Appello del coord. migranti di Bologna

Di seguito l’appello del coordinamento migranti di Bologna per il corteo del 13 novembre
La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro, sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno. Chi vuole regolarizzarsi rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i decreti flussi.

Il permesso a punti che entrerà in vigore non farà che peggiorare ulteriormente questa situazione. L’allungamento dei tempi di detenzione nei CIE trasforma ancora di più questi luoghi in carceri speciali, dove tenere i migranti secondo le esigenze politiche ed economiche del momento, privandoli della libertà e di ogni diritto. Nel frattempo continuano i respingimenti illegali e la complicità del governo italiano con la Libia, dove sono totalmente negati i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Sappiamo che tutto questo non ha lo scopo di allontanare i migranti, ma di produrre clandestinità e persone sempre più ricattabili e sfruttabili sul lavoro e in ogni ambito della vita sociale. Una moderna apartheid, nel nome dell’Europa, coinvolge persone che da anni in gran parte vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia. La Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza funzionano anche in Emilia Romagna, che si vanta di essere terra d’accoglienza. Lo dimostrano le migliaia di truffe legate alla sanatoria, l’enorme numero di migranti colpiti dalla crisi che rischiano di diventare clandestini, la presenza di due CIE e il tentativo in diversi comuni di discriminare nell’accesso agli asili i figli dei migranti irregolari. Migliaia di migranti devono quotidianamente fare i conti con le lungaggini delle questure, aspettando mesi per semplici aggiornamenti dei loro documenti. Nel frattempo sono in trappola: non possono né muoversi né cercare lavoro, mentre anche l’accesso ai servizi essenziali è in pericolo. Non esiste vera accoglienza e non c’è antirazzismo se la vita dei migranti è criminalizzata ed è costantemente sotto ricatto.

Occorre capire che l’attacco ai diritti dei migranti e la criminalizzazione degli irregolari colpisce tutti: indica dei nemici, mentre la cittadinanza di tutti è colpita e svuotata. Questo lo vediamo nell’attacco ai diritti dei lavoratori, nella precarietà diffusa e nelle limitazioni imposte a tutti dal pacchetto sicurezza. Non c’è altro tempo da perdere: bisogna opporsi al razzismo istituzionale e al meccanismo che lo alimenta. Lo sciopero del 1 marzo ha dimostrato che la lotta per i diritti dei migranti è una lotta generale, capace di parlare a tutti, perché il ricatto che subiscono i migranti è uno strumento per attaccare i diritti di tutti. Il protagonismo dei migranti dimostra che nonostante i ricatti è possibile far sentire la propria voce. La presenza di tanti e tante in piazza con loro mostra che è possibile rifiutare questa logica e non essere complici.

Vogliamo rilanciare la lotta dei migranti e con i migranti contro questo stato di cose. Di fronte alla crisi e ai problemi che quotidianamente vivono i migranti facciamo appello a tutte le associazioni, i singoli, le realtà sindacali e politiche per unirsi in questo percorso verso una grande manifestazione regionale dei migranti e con i migranti in novembre. Verso questa mobilitazione riteniamo importante e sosteniamo la manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 ottobre a Roma, affinché la presenza in piazza di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e migranti diventi momento di convergenza di tutti quei percorsi di lotta contro la precarietà e la precarizzazione delle vite che di fronte ai molteplici effetti della crisi ritengono ancor più necessario affermare con forza un altro modello di società, che includa anziché emarginare, che accolga anziché respingere.

Diciamo NO alla legge Bossi-Fini, al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto sicurezza e al permesso a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di clandestinità; che ai migranti colpiti dalla crisi venga rinnovato il permesso di soggiorno, anche in assenza di un contratto di lavoro; una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari.