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Parma, controlli anti-immigrati: questa volta gli è andata male

Il copione non era per niente originale, uno di quelli che si presumono già scritti, eppure, questa volta gli è andata male. Quando la pattuglia mista, due soldati e un carabiniere, ha visto il ragazzo nero rimasto chiuso, sotto i … Continua a leggere

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Parma, 10 anni, 30 occupazioni

La lotta per la casa a Parma compie dieci anni e non sembra conoscere segni di arretramento. Qualche settimana fa alcune famiglie erano state sgomberate da uno stabile di via Bengasi: le stesse famiglie, coadiuvate dalla Rete Diritti in Casa”, … Continua a leggere

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Parma, lotta per la casa: dopo via Bengasi non ci fermeremo!

A Parma la lotta per il diritto alla casa non si ferma. L’occupazione di due palazzine in via Bengasi 2 e 4 ha permesso ad alcune famiglie e a più di cinquanta di migranti di avere un tetto sulla testa … Continua a leggere

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Parma: nuova occupazione abitativa

Il 19 novembre la “Rete diritti in casa” ha occupato un palazzo in Borgo Poi, angolo via Imbriani. All’interno sono entrate sei famiglie, con cinque bimbi e una donna incinta. Quest’occupazione è solo l’ultima in ordine di tempo, una lotta … Continua a leggere

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Parma. Contestata la manifestazione contro il “degrado”

Lunedì 12 settembre il Movimento Nuovi Consumatori aveva promosso un corteo silenzioso in Oltretorrente contro la microcriminalità ed il degrado nel quartiere. Nel documento di indizione gli organizzatori chiedevano più repressione e polizia. Proprio nell’Oltretorrente, dove già si concentrano le “attenzioni” delle forze dell’ordine verso chi ha la sola colpa di essere privo di un pezzo di carta.
Pochi giorni prima, nello stesso quartiere, un ragazzo giovanissimo era stato minacciato e provocato da un carabiniere: solo le pressioni dei compagni accorsi sul posto hanno indotto il militare a cambiare i propri programmi.
Il presidente dell’associazione, molto vicino a Claudio Cavazzini, fascista dichiarato dell’Oltretorrente, consigliere di Allenza Nazionale nel consiglio di quartiere, in prima fila contro la “maleducazione” e per il decoro urbano, sempre descritte con chiaro intento razzista, ha dichiarato che la manifestazione non sarebbe stata politica ma composta solo da cittadini.
Antirazzisti ed anarchici hanno indetto una conferenza stampa, promossa dal gruppo anarchico Cieri e dalla Rete Diritti in Casa, nella quale hanno illustrato i veri problemi del quartiere. Uno per tutti: la tolleranza verso i proprietari italiani che affittano cantine come abitazioni. I compagni hanno ribadito la volontà di smascherare cortei razzisti nascosti sotto il cappello dei cittadini contro la microcriminalità.
Poi è partito un contro corteo, cui hanno preso parte compagni e compagne di diversi gruppi, che hanno spiegato le ragioni della protesta ai tanti cittadini fermatesi ad ascoltare.
Più che espliciti gli striscioni della manifestazione dei “cittadini”: “Meno clandestini a Parma”, “Meno stranieri nell’Oltretorrente”: i fascisti Bertoli de La Destra e Cavazzini di Alleanza Nazionale hanno partecipato al corteo. In Piazza Garibaldi, hanno insultato i compagni e le compagne che si trovavano, appena fuori dalla piazza, che hanno gridato forte “fascisti! fascisti!”.
Le due manifestazioni hanno avuto molto spazio sulla stampa e sulle tv locali che, anche nei giorni precedenti, avevano dato risalto alla protesta degli antirazzisti e degli anarchici.
A fine corteo molte persone si sono avvicinate allo striscione degli antirazzisti che recitava “Sfruttatori, speculatori, razzisti è questo il vero degrado”: c’è stato un dialogo anche se con toni accesi, molti non sapevano di essere accompagnati in corteo da razzisti e fascisti dichiarati.
Due giorni dopo il presidente del movimento Nuovi Consumatori, tal Filippo Greci, ha tenuto a sottolineare che gli anarchici sono stati tutti denunciati dalla Digos.
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Caritas/caserma: arrivi in ritardo? Ti trasferisco!

Parma. Trasferiti per punizione dalla struttura di accoglienza gestita dalla Caritas a Parma ad una comunità in provincia. Due ragazzi tunisini con il permesso di soggiorno temporaneo, tra i pochi a cui le strutture di Parma hanno dato una forma di “accoglienza”, che vivevano nella struttura di piazza Duomo si sono visti chiudere la porta in faccia dai gestori per due volte, per un ritardo nel ritorno serale. Tutti i sette compagni tunisini si sono rifiutati di entrare in casa ed hanno deciso di passare la notte al Parco Ducale.
Poi, dopo l’intervento del consolato tunisino, sono stati trasferiti a Martorano presso la comunità Betania. Un luogo isolato dove non potranno più frequentare il corso di italiano e mantenere rapporti con altre persone.
La loro colpa? Essere rientrati con venti minuti di ritardo sull’orario previsto. I responsabili della Caritas hanno parlato di “episodi di indisciplina”, e, con la superiorità tipica del buonismo cattolico (come i preti al seguito dei conquistadores) hanno dichiarato: “noi abbiamo accolto questi ragazzi, li abbiamo vestiti, gli stiamo insegnando l’italiano: guardate come sono puliti e ordinati, ecco è solo merito nostro”.
Nelle ultime settimane abbiamo conosciuto diversi ragazzi tunisini con il permesso di soggiorno temporaneo che non hanno trovato nessuna accoglienza a Parma, vivono in strada: per loro le porte sono tutte chiuse. Fino ad ottobre hanno il permesso temporaneo e, poi, se non troveranno un lavoro, diventeranno “clandestini”, gli verrà tolto anche il diritto ad esistere e potranno essere chiusi in un Cie e deportati.
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Rompere le gabbie cancellare le frontiere

 Parma 14 e 15 maggio 2011
Rompere le gabbie cancellare le frontiere
Incontro su immigrazione, lavoro, CIE

Se un giorno, qualcuno mi chiederà dov’ero quando imprigionavano e deportavano la gente, quando le ronde imperversavano per le strade, quando uomini e donne morivano in mare e nei cantieri, quando il filo spinato divideva i sommersi dai salvati, quando i caporali avevano i loro schiavi, vorrei poter rispondere che ero lì, con gli altri, a passare il deserto.
Se non ora quando? Se non io, chi per me?

A Parma il 14 e 15 maggio vogliamo ripercorrere la rotta degli schiavi, il loro cammino attraverso il deserto, i mercanti d’uomini, il lavoro nero, i caporali, i CIE, la deportazione.
Vogliamo altresì mettere a confronto esperienze, idee e proposte di chi, giorno dopo giorno, lotta contro il razzismo di stato e la guerra ai poveri.
Nell’auspicio che si possano tessere reti sempre più solide.

Sabato 14 aprile
ore 12,30 aperipranzo
ore 13,30/14 presentazione
ore 14,30
I nuovi schiavi. Lavoro migrante tra ricatti, violenze e lotte. Interviene Marco Rovelli
Tra trucchi e inganni, la corsa ad ostacoli per ottenere le “carte”. A proposito di flussi, sanatoria truffa, permesso a punti. Interventi di Simone Ruini e Katia Torri
Il diritto ineguale. Clandestinità, CIE, profughi, rimpatri. Intervengono Eugenio Losco e Mauro Straini
I sommersi ed i salvati nel grande gioco dei potenti. Interviene Stefano Capello
La lotta alla GFE. Voci da una lotta esemplare

Domenica 15 aprile
ore 9,30
Rompere le gabbie cancellare le frontiere. Tavola rotonda sulle prigioni per immigrati: da Torino a Gradisca, da Milano alla Sicilia, dalla Sardegna alla Gran Bretagna. Interventi di Maria Matteo, Alberto La Via, Raffaele Viezzi, Claudio Alberto, Claudia Lauvergnac, Antonio D’Errico, Roberto Bonadio.

Pranzo
ore 14
Assemblea antirazzista. Idee, proposte, iniziative.

Il coordinamento antirazzista della FAI
fai-antiracism@libero.it
faiantirazzisti@autistici.org
http://senzafrontiere.noblogs.org/

Info:
L’incontro si terrà presso il Circolo arci Matonge, via Burla 130.
Autobus numero 7, direzione carcere…
Valentina: 333 8277726; Christian: 349 5784324

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Parma. I tunisini di Lampedusa? In periferia, o meglio, fuori città

15 aprile 2011. In arrivo anche a Parma alcuni dei migranti sbarcati a Lampedusa. Non si sa quante persone dovrebbero arrivare e, ovviamente, parliamo degli arrivi “ufficiali” ovvero dei vari trasferimenti forzati di uomini e donne spostati come pacchi, cui viene impedito di proseguire verso la meta che si erano prefissati. Non sappiamo neppure quale sarà il loro status e le condizioni di “soggiorno”: permesso temporaneo? Detenzione amministrativa nei CIE? Deportazione?).
Si ignora anche quali saranno le regole dell’accoglienza, se quelle del CARA., dove si dovrebbe essere liberi, ma non tanto liberi da poter decidere di andarsene o quelle del CIE.
Sappiamo però che due dei quattro dormitori cittadini chiusi, come ogni anno, per la fine dell’inverno verranno riaperti per “l’emergenza”: le due strutture contano, in tutto, circa cinquanta posti letto e sono attrezzate solo per la notte: in condizioni normali restano chiuse agli ospiti dalle 8 alle 20. Viene spontaneo chiedersi quali saranno le condizioni di vita, se verrà imposta la permanenza diurna.
Tutto ciò si somma alla mancanza di risposte del comune a quanti, in numero sempre crescente, chiedono un’alternativa alla strada – anche solo una sistemazione temporanea per chi è rimasto senza casa. L’unica certezza è la politica di “tolleranza zero” verso le occupazioni inaugurata dal questore entrato in carica il 7 febbraio.

Aggiornamento al 18 marzo. Sabato mattina ci sono stati i primi arrivi “ufficiali”: dieci migranti tunisini muniti di permesso temporaneo: oggi è toccato ad altre cinque persone, destinate ad un semisconosciuto centro d’accoglienza di una minuscola frazione, in ossequio alla forte richiesta dell’amministrazione comunale che i tunisini venissero ospitati in strutture sparse sul territorio e fuori della città. In continuità, inutile a dirlo, con la politica di riqualificazione/sicurezza/esclusione sociale sempre più forte negli ultimi anni.
Il dormitorio “Cornocchio”, inizialmente scelto per l’ospitalità, è stato messo da parte il giorno stesso dell’arrivo. Con ogni probabilità questa struttura, che è in periferia, ma pur sempre in città, non piaceva ad un’amministrazione che vorrebbe tenere lontani dalla vista gli immigrati.
Si sa invece ben poco della sistemazione offerta dalla cooperativa Parma Program, che ha in appalto la struttura di Martorano, dove sono stati portati i cinque minori arrivati la scorsa settimana.
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Torino, Bologna, Livorno, Reggio Emilia, Parma, Milano, Firenze. Siamo tutti sulla gru

Alla notizia dello sgombero, con cariche pestaggi e arresti, del presidio sotto la gru di piazza Cesare Battisti a Brescia, in molte località si sono svolte manifestazioni, cortei e azioni in sostegno agli immigrati bresciani in lotta dal 28 settembre contro la sanatoria truffa. Continua a leggere

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Parma: CAMST, ad ognuno il suo menù

All’interno di una campagna informativa rispetto alla realtà dei
Centri di Identificazione ed Espulsione il 1° settembre, si è svolto un volantinaggio presso l’Ospedale Maggiore di Parma per informare lavoratori, pazienti e persone in visita delle complicità della CAMST, l’azienda che gestisce i bar interni dell’ospedale e tutto il servizio mensa per i degenti, nella gestione dei Cie, veri campi di concentramento per senza documenti. Continua a leggere

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