Reggio Emilia. Tenda libera tutti

Il comitato NOpacchettosicurezza torna in piazza a Reggio Emilia allestendo una grande tenda. Nel fine settimana del  4 e 5 dicembre si sono svolti nel cuore della città due giorni di presidio con dibattiti, spettacoli, musica, cibo e punti informativi per discutere ed allargare il fronte di oppositori alla legge Maroni ed alla “sanatoria truffa” colf e badanti 2009. Due giorni per continuare a denunciare la condizione di chi è costretto a vivere nella clandestinità, di chi quotidianamente ne subisce le conseguenze. Due giorni per legare le lotte che molte realtà stanno costruendo dal basso in tutta Italia e riaffermare la necessità di unire le rivendicazioni del mondo del lavoro con la lotta per il permesso di soggiorno. Per abbattere i confini e cancellare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Il sabato pomeriggio, dopo un concerto di musica sinta, si è svolto il dibattito sul tema sanatoria truffa che ha visto protagonisti il Coordinamento Migranti di Bologna, la Rete 10luglioantirazzista di Torino, l’associazione Diritti Per Tutti di Brescia, il comitato NOpacchettosicurezza e il Coordinamento Migranti bassa mantovana. La necessità di mantenere una rete di coordinamento e sostegno delle lotte delle differenti realtà e di rilanciare costruendo insieme un grande appuntamento legato al mondo del lavoro il primo marzo 2011 sono state le tracce condivise intorno alle quali si è dibattuto. Il concerto dei Kalifoo Ground ha scaldato la serata intorno al sound sistem urlato a testimonianza del le vicende di sfruttamento e rivolta che hanno investito le terre di Castel Volturno due anni fa. La domenica si è svegliata con il dibattito sul permesso a punti entrato in vigore dal 9 dicembre nel quale hanno partecipato tutte le scuole di italiano per stranieri di Reggio Emilia. Infine, dopopranzo, con il Centro per la Salute della Famiglia Straniera, realtà pubblica di assistenza gratuita agli immigrati,  si è discusso della questione Sanità e Clandestinità approfondendo la vicenda della scellerata denuncia arrivata al medico di Milano che ha curato uno dei ragazzi clandestini rimasti in lotta per 27 giorni sulla torre ex Carlo Erba e del diritto alla salute e all’assistenza sanitaria affrontando nello specifico il caso dell’Emilia Romagna.