Grecia. Le frontiere dell’odio

grecia120 gennaio. A Farmakonisi, sulla costa greca, si consuma l’ennesima strage di Stato in mare. Una barca carica di immigrati proveniente dalla Turchia è stata abbordata da un’unità della Guardia Costiera. La barca era in panne: la polizia ha cominciato a trainarla verso la Turchia. Una manovra folle continuata finché l’imbarcazione non si è rovesciata. I superstiti che tentavano di salire a bordo sono stati respinti brutalmente.
Il mare e la ferocia del governo ha inghiottito 12 persone, tra cui 9 bambini piccoli.

In una conferenza stampa organizzata il 25 gennaio da alcune organizzazioni per i diritti umani, uno dei superstiti, Safi Ehsanullah, che quella notte aveva perso la moglie e i quattro figli, ha raccontato: “Eravamo in 26, 23 afgani e 3 siriani. Siamo partiti intorno alle 10 di sera dalla Turchia: due ore dopo eravamo vicini alla costa greca quando la nostra barca ha avuto un’avaria. Non eravamo troppo lontani dalla costa, stavamo pensando di fare una catena umana per sbarcare, quando è arrivata un’unità della polizia costiera greca. Ci hanno gridato di non muoverci, due di loro sono saliti a bordo ed hanno legato la nostra imbarcazione alla loro. Pensavamo fosse arrivata la salvezza. Inaspettatamente quando sono risaliti sul guarda coste, hanno cominciato a trainarci a velocità folle, andando a zig zag verso la Turchia. La nostra barca si è scontrata con quella che la trainava, cominciando ad affondare, i poliziotti hanno provato a trainarla ancora ma ormai imbarcava acqua e stava affondando. Lo scafo era vecchio e malandato e non ha retto all’impatto. E’ infine scoppiato un incendio e solo per caso alcuni di noi sono riusciti a salire a bordo della guarda coste, mentre altri sono stati respinti a calci e grida. Un rifugiato siriano che tentava di aiutare una donna a salire a bordo allungandole un bastone è stato brutalmente pestato dai poliziotti.

Sabato 25 gennaio. In mattinata un centinaio di nazisti di Xrisi Argi – Alba Dorata – hanno percorso in corteo le zone di Keratsini e di Amfiali. In questo quartiere era stato assassinato il rapper antifascista Pavlos Fyssas. Nell’angolo in cui era stato accoltellato era stata posta una targa in sua memoria che i nazisti hanno danneggiato. La marcia nazista – tutti i partecipanti indossavano magliette con la scritta “xrisi argi” – è proseguita sino allo steki – Spazio anarchico- “Resalto”. Qui i nazisti hanno attaccato lanciando pietre. I danni peggiori sono stati inflitti ad una casa vicina allo steki “Resalto”. Per un pelo si è sfiorata la tragedia. Le pietre che hanno frantumato le finestre della casa sono finite nella camera da letto dove riposavano alcuni bambini piccoli. Una bimba che stava dormendo si è salvata perché il padre è riuscito a portarla via. I 15 compagni e compagne che si trovano nel “Resalto” hanno risposto fermamente all’attacco dei fascisti. La polizia ha assistito senza avvicinarsi né intervenire alle azioni degli squadristi, che non sono stati né fermati né arrestati. In contemporanea nel vicino quartiere di Korydallos si è svolta una manifestazione antifascista.
Nel pomeriggio circa 400 persone hanno risposto all’appello dei compagni del “Resalto”, dando vita ad un corteo che ha ripercorso le strade dove si era svolta l’iniziativa fascista, cancellando le scritte. Inutile dire che questo corteo è stato seguito da vicino da ingenti forze di polizia.
In questo video le immagini dell’attacco nazista, della casa colpita, del corteo antifascista

Sabato 1 febbraio. Centinaia di nazisti di Xrisi Argi – Alba Dorata – sono scesi in piazza nell’anniversario dello scontro del 1996 tra Grecia e Turchia per il possesso dell’isola di Imia.
La polizia aveva negato il permesso di sfilare sia ad Alba Dorata, che a due manifestazioni antifasciste.
Nonostante il divieto il presidio fascista si è trasformato in una parata militaresca in sostegno dei dirigenti del partito arrestati per omicidio.
La polizia li ha lasciati fare, caricando invece con estrema violenza 1500 antifascisti.
In piazza Syntagma, numerose violente cariche hanno obbligato i manifestanti a cercare di ricompattarsi nella parte bassa della piazza, ma questo non ha frenato la polizia. Due manifestanti sono rimasti sul terreno feriti gravemente, altri sono stati arrestati, mentre il corteo antifascista ripiegava su Monastiraki, dove la polizia ha nuovamente attaccato.
Uno dei due feriti è un rifugiato turco, che viveva in uno squat, occupato da anarchici e altri antifascisti per impedire che fosse abbattuto. Il vecchio edificio era il simbolo della resistenza greca alla divisione in blocchi imposta dal trattato di Yalta. Sui suoi muri ci sono ancora le tracce dei colpi di mortaio e mitragliatrice.
A Monastiraki i manifestanti hanno risposto con lanci di pietre ad altri cinque arresti. Inutile il tentativo di cercare rifugio nella metropolitana, chiusa e sgomberata dalla polizia, che ha sparato lacrimogeni rendendo irrespirabile l’aria.
La coltre di fumo stagnante impediva di vedere: gli agenti hanno rincorso i manifestanti nella sede dei binari, manganellando e arrestando altre persone. Cinque manifestanti hanno riportato gravi lesioni alla testa, due sono stati trovati in un lago di sangue, un altro è stato trasportato d’urgenza all’ospedale, scortato dagli agenti. Diversi testimoni hanno raccontato che mentre  veniva medicato, diversi agenti sorvegliavano la porta: quando i dottori hanno li hanno esortati ad allontanarsi perché intralciavano i soccorsi, li hanno zittiti con grida e insulti.
In questo video diffuso da TV reporter potete vedere l’arresto del manifestante turco, ammanettato mentre due sanitari cercavano di soccorrerlo: lui era a terra privo di sensi.

Gran parte degli arrestati viene rilasciata il giorno successivo, alcuni con obbligo di firma e denunce. I neofascisti, grazie alla copertura della polizia, hanno sfilato indisturbati, tra slogan nazionalisti e razzisti.

Questi episodi dimostrano che il governo, che pure aveva sostenuto gli arresti dei dirigenti di Xrisi Argi dopo l’assassinio di Pavlos Fyssas, mantiene un atteggiamento omertoso nei confronti delle azioni della formazione nazista. Con ogni probabilità Nea Democratia, la formazione di centro destra del primo ministro Antonis Samaras tenta di sottrarre consensi a Xrisi Argi in vista della prossima tornata elettorale, ma continua comunque a dare copertura di piazza ai militanti di estrema destra. Nel frattempo Xrisi Argi, temendo che il partito possa essere messo fuorilegge, ha annunciato la propria trasformazione in Etniki Argi – Alba Nazionale. Un nome meno esoterico, più nazionalista per gli stessi nazisti.

tratto da Anarres

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