Cie di Gradisca: “un gigante dai piedi d’argilla”

Così viene definito il lager gradiscano da un giornalista in uno degli articoli usciti in questi giorni in occasione della visita di alcuni politici al CIE. Del resto in questi anni le definizioni si sono sprecate: “colabrodo”, “ingestibile” ecc. E’ probabile che la poca cortesia dei giornalisti locali verso la struttura sia anche dovuta al fatto che ai media viene tutt’ora impedito di accedervi. La scusa è quella ripetuta da un anno a questa parte dal Ministero: ci sono i lavori di ristrutturazione (quelli che non finiscono mai). Ciò non è apprezzato dagli operatori dell’informazione che di fatto non riescono ad entrare da vari anni nel CIE “modello”. Uno dei tanti misteri attorno a questo lager.

Aggiornamento del 14 maggio

L’11 maggio una delegazione di giornalisti è riuscita ad entrare. Per una volta hanno raccontato della disperazione dei reclusi per l’assurdità della loro detenzione. Tante storie diverse accomunate dalla stessa assurda ferocia delle leggi razziste. A breve il CIE pare tornerà a riempirsi e l’estate è alle porte. I sindacati di polizia già mettono le mani avanti e dicono che sarà un inferno. Leggi la rassegna stampa.

 

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