Torino mercoledì 20 ottobre, stazione di Porta Nuova. Quattro ragazzi vengono fermati dalla polizia al binario dove uno di loro sta per partire. Hanno fretta, chiedono agli agenti della Polfer di rinunciare alla perquisizione dei bagagli, perché il treno è in partenza. Niente da fare. Anzi. I poliziotti trascinano in guardiola i quattro. Due finiscono alle Vallette con l’accusa di lesioni e resistenza, gli altri hanno in tasca una denuncia per resistenza.
Il conto non vi torna?
Dimenticavamo un particolare senza apparente importanza. I quattro ragazzi sono etiopi. I documenti in regola, il biglietto pagato, lo status di rifugiati non sono bastati. Sono neri e tanto basta.
Una delle tante storie (in)credibili nell’Italia del razzismo di Stato.
Di seguito il comunicato del csoa Gabrio.
Aggiornamento. Sabato 23 ottobre Bebi e Malaku sono stati rilasciati e sono tornati a “casa bianca”, che tra pochi giorni festeggia i due anni di occupazione.
Mercoledì pomeriggio, sul binario del Freccia Rossa per Milano 4 ragazzi aspettano il treno, uno di loro ha i bagagli, deve partire, ha fretta, ha scelto di spendere quei soldi per far prima, deve prendere l’aereo per un viaggio importante… L’accompagnano e lo sostengono 3 amici, con gioia e speranza, come tanti, come tutti i ragazzi…
Ma non va bene, perchè questi sono neri, sono 4 africani, etiopi per la precisione, anche se non fa differenza, son soprattutto immigrati, quindi sospetti, pur essendo rifugiati, pur avendo le carte in regola per stare in Italia, pur se hanno comprato il biglietto, son pericolosi, così pericolosi che arrivano ben 7 poliziotti in borghese, e con fare minaccioso e arrogante li circondano: “favorite i documenti e apri la borsa!”
“Dai sto partendo, non farmi svuotare tutto”… “lasciateci stare, siamo di Casa Bianca!”, bastano poche parole, e scattano le manette, la Polfer li trascina in guardiola, letteralmente li trascina, e un paio di ore dopo due escono con una denuncia per resistenza, due li arrestano per resistenza e lesioni…
Non è la prima volta che ascoltiamo storie di ordinaria repressione e soprusi da parte della polizia a danno di migranti. Non è la prima volta che i nostri amici, di Casa Bianca e non solo, ci raccontano come, continuamente, per il solo fatto di essere immigrati, siano fermati, siano perquisiti, trattati con arroganza da chi per badare al cosiddetto “ordine pubblico” non ha niente di meglio da fare che vessare ragazzi come noi…
Nonostante questo, Casa Bianca compie 2 anni il 26 ottobre, ha resistito a intimidazioni, ha lottato e vive, e noi continueremo ad appoggiarla e ad appoggiare le lotte per l’autodeterminazione e i diritti, continuando a denunciare quotidianamente i soprusi e le violenze del razzismo di stato.
Bebi e Malaku liberi!