Giovedì 24 febbraio. Questa mattina i reclusi del CIE hanno dato fuoco ai materassi, danneggiando gravemente quattro stanze della zona blu. Una decina di immigrati sono stati pestati dalla polizia.
A dieci giorni dall’ultima protesta il Centro torna ad infiammarsi: fanno da detonatore le condizioni di vita sempre più dure, la mancanza di coperte, il cibo scadente, la voglia di libertà che alita sempre forte tra le gabbie dei senza carte.
Gradisca, aggiornamento delle 13,30. Secondo quanto riferisce adnKronos le stanze investite dal fuoco sarebbero in tutto sette: tre sarebbero completamente inagibili.
Gradisca, aggiornamento delle 2,30. Cinque tunisini sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Gorizia con l’accusa di aver fomentato la rivolta. I cinque erano stati trasferiti nella struttura isontina con un volo speciale da Lampedusa. Fanno parte delle migliaia di profughi giunti nelle scorse settimane dalla Tunisia. Tutta gente che per Ministero dell’Interno rappresenta solo un problema di ordine pubblico. Maroni raccoglie ora quanto ha seminato.
Gradisca 25 febbraio. Ancora tumulti e proteste: altre camerate bruciano. A metà pomeriggio alcuni antirazzisti vedono chiaramente del fumo levarsi dal CIE. In serata le agenzie battono la notizia dell’arresto di un tunisino, accusato di aver appiccato il fuoco.
Al CIE di Modena un ragazzo tunisino si è cucito le labbra. A darne notizia è lo stesso Daniele Giovanardi, il responsabile del Centro modenese, gestito dalla Misericordia. Giovanardi, con sconcertante ipocrisia, teme che altri possano seguirne l’esempio e si dichiara impotente di fronte ad un problema “più grande di noi”. Sono mille i trucchi e gli inganni dei ben pagati aguzzini dei lager della democrazia, sempre a caccia di un alibi per quanto succede ogni giorno nei CIE.
Il ragazzo che si è cucito le labbra è uno dei tanti che sono sbarcati la scorsa settimana in Italia. Chiede di essere liberato perché esule politico.
Secondo il quotidiano Repubblica l’episodio non sarebbe avvenuto al CIE di Modena ma in quello di via Mattei a Bologna, anch’esso gestito dalla Misericordia di Daniele Giovanardi.
Aggiornamento al 25 febbraio. Pare confermata la notizia che il ragazzo con le labbra cucite sia proprio a Bologna e non a Modena, come inizialmente riferito da numerose agenzie e quotidiani.
Vento di rivolta anche al CIE di Trapani, dove la tensione è sempre molto forte. I reclusi hanno spaccato tutto quello che gli è capitato sotto mano.