É terminato mercoledì 14 agosto lo svuotamento del c.i.e. di Modena, già progressivamente distrutto dalle rivolte, anche se la decisione della prefettura arriva solo dopo l’incapacità del consorzio l’Oasi, gestore del centro di pagare gli stipendi ai lavoratori.
La chiusura dell’ultimo Lager ancora aperto in Emilia Romagna, però, per i 23 prigionieri ha significato solo un trasferimento in altre strutture analoghe. Il consorzio era subentrato alla Misericordia circa un anno fa, abbassando i costi da dell’appalto da 75 a 29,1 euro al giorno per ogni prigioniero e date le notizie delle disastrose condizioni di vita già durante la precedente gestione è quasi impossibile immaginare a che punto possa essere arrivata l’inumanità della permanenza. Anche il c.i.e. di Bologna, gestito sempre dal consorzio l’Oasi è stato chiuso, ormai da qualche mese per la stessa ragione.
Difficile, però, sapere se la chiusura dei due lager sarà definitiva, tanto più che la prefettura di Modena ha disposto, contestualmente al trasferimento dei prigionieri, un piano di ristrutturazione dell’edificio.