Brescia. Corteo e sciopero della fame contro la sanatoria truffa

Martedì 28 settembre, Brescia. In mattinata alcune centinaia di immigrati si sono dati appuntamento in piazza della Loggia, da dove sono partiti in corteo. Dopo una prima sosta in prefettura si sono rimessi in strada sino alla sede del Tar. Ritornati in prefettura hanno montato le tende, annunciando uno sciopero della fame ad oltranza.
Miccia della protesta la sanatoria truffa, che, in tutta Italia – a Roma come a Reggio Emilia – si sta abbattendo come un ciclone sulle vite degli immigrati, stritolati dalle leggi razziste. E cresce, un po’ovunque, la rabbia di chi si vede negato un futuro.
Di seguito il comunicato dell’Associazione “Diritti per tutti” di Brescia e l’articolo di Bresciaoggi.it

Brescia. Protesta a oltranza per la sanatoria colf e badanti
Sanatoria subito e per tutti: con questo slogan è partita questa mattina a Brescia una protesta ad oltranza per richiedere la regolarizzazione di tutte le persone migranti che hanno presentato la domanda di sanatoria nel settembre del 2009. Ad un anno di distanza si registrano ritardi clamorosi oltre a rigetti delle domande e si configura una vera e propria truffa ai danni dei migranti. A livello nazionale su 300mila domande, solo 170mila sono state esaminate e 130mila restano inevase; i rigetti sono stati oltre 20mila.
A Brescia, secondo i dati forniti oggi dalla Prefettura, le domande sono state 11200, circa 7000 hanno avuto risposta e circa 4000 sono ancora in attesa; i rigetti sarebbero circa 1000 anche se per l’ufficio immigrati della CGIL e per gli avvocati dell’associazione Diritti per tutti sono molti di più.
La motivazione principale per i rigetti è la condanna per clandestinità che molti migranti hanno subito negli anni scorsi, cioè la condanna senza aver commesso reati ma solo per il fatto di essere stati fermati senza permesso di soggiorno.

La protesta è cominciata in Piazza Loggia verso le ore 10 poi, dopo un breve corteo, che si è ingrossato man mano arrivando a contare diverse centinaia di persone ci si è spostati sotto il Palazzo della Prefettura dove una delegazione è stata ricevuta dal viceprefetto. Il corteo è poi ripartito lungo le vie del “ring” cittadino, arrivando sotto la sede del TAR per un presidio di protesta e ripartendo in seguito per concludersi verso le 16,30 davanti all’ufficio unico della Prefettura di via Lupi di Toscana (ex caserma Randaccio) dove si è insediato il presidio permanente ed è iniziato lo sciopero della fame: la protesta proseguirà ad oltranza, 24 ore su 24 e davanti all’ufficio delle Prefettura sono state montate tende dove trascorrere la notte.
Associazione Diritti per tutti

Immigrati, corteo di protesta dalla Loggia alla Randaccio
La sanatoria. Colf e badanti sono in attesa da un anno, dopo aver pagato i cinquecento euro richiesti. A Brescia, su 11.300 domande circa 7.000 hanno avuto risposta (mille i rifiuti), mentre quattromila sono in attesa.

Brescia, 29 settembre 2010. «Sanatoria colf e badanti: aspettiamo da un anno, abbiamo pagato e non abbiamo condanne per reati: lo Stato mantenga gli impegni»: è riassunto in questa frase di uno degli striscioni portati da oltre un centinaio di migranti il motivo della protesta di ieri.
La questione coinvolge a livello nazionale 300.000 persone, che nel settembre 2009 avevano fatto domanda per la regolarizzazione, sfruttando le opportunità prospettate dalla sanatoria per colf e badanti. La richiesta implicava il pagamento di 500 euro e poi il versamento dei contributi per ottenere il permesso di soggiorno.
All’inizio sembrava che avere una condanna per reato di clandestinità non costituisse motivo di rifiuto della domanda, ma poi la situazione si è invertita e chi, senza permesso, era stato fermato e con un ordine di espulsione pendente non aveva speranze, nonostante i soldi già pagati.
Su 170mila risposte, 20.000 sono state così rigettate. A Brescia, secondo i dati forniti dalla Prefettura, su 11.300 domande circa 7.000 hanno avuto una risposta, di cui 1.000 rifiuti, e 4.000 sono in attesa.
«A un anno di distanza non abbiamo avuto risposte, anche se abbiamo pagato: siamo stati truffati», hanno denunciato i migranti che hanno organizzato la giornata di mobilitazione, sostenuti nella loro protesta dall’associazione Diritti per tutti.
Quasi tutti giovani, principalmente nordafricani, non hanno mai avuto o hanno perso il permesso di soggiorno a causa della crisi. «Sono a Brescia da otto anni – ha raccontato Mohammed El Hagge, egiziano -. Ho fatto domanda per la regolarizzazione come colf, ho pagato 500 euro più 1.400 di contribuiti, di mia tasca, anche se ufficialmente quelli figurano versati dal datore di lavoro. E ora non ho nulla». Lo stesso per Guye Ndiage, a Brescia da 23 anni, metalmeccanico che, come tanti altri, ha sfruttato l’opportunità del 2009 pur non essendo lavoratore domestico: «Nessuna risposta», ha ammesso con tristezza. Peggiore la situazione di Mustapha, marocchino, a Brescia da otto anni, che dopo aver pagato e in attesa di firmare ha ricevuto la revoca della sua richiesta «perché ho avuto la condanna di clandestinità, ma non ho fatto niente. Sono solo rimasto a Brescia, dove voglio vivere, ma non da clandestino».

Le donne presenti si contano sulle dita di una mano: Valentina e Tatiana hanno 50 anni, vengono dall’Ukraina e sono a Brescia da sei anni, senza permesso, lavorando in nero: «Dopo la domanda e tanti soldi versati, nemmeno una risposta», hanno ripetuto. Wang Shengpin, cinese, cittadina italiana da tredici anni, ha lavorato per lo sportello migranti e quindi è in corteo «perché sono problemi che sento miei. In tanti cinesi hanno fatto domanda per regolarizzarsi, perché non vogliono essere più sfruttati: noi abbiamo l’etica del lavoro è giusto che ci vengano riconosciuti i diritti elementari. È una vergogna». Presenza solidale anche quella di Diop Khady, senegalese di 39 anni, a Brescia dal 1998, madre di quattro bambine; per la sanatoria ha fatto la garante al cugino, senza avere risposte: «Vorrei scappare, da quando sono qui la situazione è peggiorata sotto tutti i punti di vista. Mia sorella che è in Francia continua a dirmi di andare da lei e forse lo farò. Qui sono senza lavoro da tre anni, meno male che con il permesso sono a posto».

Queste storie rappresentano le vicende di tutte le persone che ieri hanno protestato dalla mattina, prima in piazza Loggia, poi in corteo verso palazzo Broletto, dove alle 11,30 una delegazione è stata ricevuta in prefettura dai rappresentanti del governo, che si sono impegnati a trasmettere a Roma le richieste, chiarendo tuttavia di non poter far altro.
I manifestanti quindi hanno deciso di recarsi alla nuova sede del Tar, in via Zima, poiché la posizione nazionale dei Tar è contraddittoria: qualcuno ha dato ragione ai migranti che hanno fatto ricorso, altri invece al ministero.
Il presidio sotto il Tribunale è durato circa un’ora, poi il corteo, facendo letteralmente impazzire il traffico cittadino, si è diretto verso la caserma Randaccio, luogo di riferimento per le varie pratiche legate all’immigrazione.
Nei giardini di fronte all’ingresso sono state montate alcune tende, perché la protesta prosegue ad oltranza, con sciopero della fame e manifestazione prevista per sabato pomeriggio.
Irene Panighetti
in Bresciaoggi.it

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