207 denunce a Reggio Emilia

Ci avevano provato a uscire dalla clandestinità, ad ottenere il pezzo di carta che li avrebbe farti emergere, utilizzando la sanatoria “colf e badanti”. Ma lo Stato ha detto no. E per sempre.
In questo articolo una vicenda paradigamatica dei tempi che viviamo. E un invito alla resistenza.
Venerdì 24 settembre presidio a Reggio Emilia.


Se la clandestinità serve allo Stato
Infine le denunce sono arrivate. A tutti gli immigrati con cui il comitato NOpacchettosicurezza stava collaborando e a molti altri. Le denunce sono arrivate e per queste 207 persone il permesso di soggiorno sarà precluso a vita. È questa la drammatica situazione creatasi per questi immigrati che a settembre 2009 hanno provato ad emergere dalla clandestinità attraverso la “Sanatoria Colf e Badanti” voluta dal governo Berlusconi ed in particolare dal Ministro Maroni.
La sanatoria, conseguente all’entrata in vigore dall’agosto 2009 della famigerata Legge Maroni (ex pacchetto sicurezza) è stata pensata non per gli immigrati stessi ma per tutte quelle famiglie che utilizzavano “collaboratori familiari” clandestini e che, con la nuova legge, erano penalmente perseguibili per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In parole semplici, per evitare che metà delle famiglie italiane diventassero criminali, mediante la sanatoria si è coperta all’istante la falla politico/sociale creatasi con il nuovo reato di clandestinità.
In questa anomalia si è permesso quindi per la prima volta in Italia di regolarizzare persone già presenti sul suolo italiano, ma solo se colf e badanti, lì dove un datore di lavoro ne avesse fatto richiesta (max. 2 domande per datore) e avesse pagato 500€ di contributi pregressi.
A Reggio Emilia, così come in molte altre città italiane, da parte di molti immigrati questa situazione è stata vista come l’unica possibilità per emergere dalla clandestinità e così dallo sfruttamento. Per molti, così come ci racconta Mohammed, l’ennesimo tentativo dopo aver provato inutilmente decreti flussi e altre sanatorie negli anni passati. E allora, in molti, pur non essendo colf o badanti, hanno tentato di tutto pur di ottenere la regolarizzazione. Fino a pagare di propria tasca i 500€ di tassazione statale e a rivolgersi a “cittadini regolari” affinché si presentassero come garanti della domanda. Molti di questi si sono rivelati dei veri e propri aguzzini che hanno fatto fino a 55 domande a testa (max 2 domande per datore) richiedendo dai 5000€ ai 15000€ di compenso per presentarle. A Reggio Emilia quindi tra tutte le domande consegnate, più di 200 sono state presentate da pochi datori di lavoro, così da renderle annullabili. Mesi fa un nutrito numero di immigrati coinvolti con il comitato Nopacchettosicurezza di Reggio Emilia e il Coordinamento Migranti di Bologna e di Castelmaggiore, avevano denunciato questa situazione attraverso manifestazioni e articoli sui media locali così da poter trovare una soluzione “politica” alla questione garantendo il permesso di soggiorno a tutti e non, come le indagini della questura stavano palesando, far partire le denunce per truffa ai danni dello stato contro i migranti. Le forze politiche regionali, attraverso l’assessore alle politiche sociali, quelle provinciali e quelle locali hanno dichiarato la propria incapacità ad affrontare un problema di così ostica ed oggi elettoralmente poco vantaggiosa soluzione. E così le denunce sono arrivate. Si è preferito lasciare più di 200 persone nella clandestinità: ancora una volta l’unica risposta delle autorità locali è stata la repressione. Gli imprenditori e la malavita ringraziano, nessun politico si è sporcato le mani ed il questore può fregiarsi dell’ennesimo atto di legalità.

Per far fronte alla situazione, in solidarietà con tutti i denunciati, perché le denunce vengano ritirate e sia dato il permesso di soggiorno a tutti una nuova manifestazione è stata indetta per venerdì 24 settembre a Reggio Emilia. Tutti sono invitati.

Per approfondimenti vedi il sito del comitato

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