Trapani. Nuova rivolta al CIE: cinque arresti

Martedì 9 novembre. Nella notte esplode una rivolta nel CIE Trapani, il “Serraino Vulpitta”. Mobili e suppellettili distrutte e lunghe ore di tensione. È finita con cinque arresti.
È la seconda rivolta in meno di quindici giorni. Segno che la lotta al Vulpitta, come negli altri CIE italiani, non cede nonostante le botte, gli arresti, le espulsioni sempre più veloci.
Di seguito l’articolo comparso sul sito di Tele sud.

Rabbia ed esasperazione
La polveriera “Vulpitta” è riesplosa. Rivolta, la scorsa notte, al centro di identificazione ed espulsione di via Segesta, nella adiacenze del campo sportivo Coni. Cinque extracomunitari sono stati arrestati dalla polizia. Sarebbero i responsabili della gazzarra esplosa nella struttura dove vengono ospitati gli immigrati clandestini sbarcati lungo le coste della Sicilia occidentale. Gli indagati sono chiamati a rispondere del reato di danneggiamento. Questa mattina sono comparsi davanti all’autorità giudiziaria. Nel corso dei disordini i fermati avrebbero distrutto mobili e suppellettili.
I rivoltosi – secondo il resoconto della polizia – avrebbero tentato di mettere in atto un piano di fuga. Scattato l’allarme sono intervenuti, in forze, gli agenti di polizia. Sono stati momenti di tensione. Poi la situazione, lentamente, è rientrata alla normalità. Non ci sono stati feriti, ma ancora una volta il “Vulpitta” è stato teatro dell’ennesima rivolta. La seconda nell’arco di quindici giorni. Circostanza, questa, che evidenzia lo stato di disagio degli ospiti della struttura dove in passato si è consumata la tragedia. Il 28 dicembre del 1999, cinque tunisini persero la vita nel rogo appiccato da un loro connazionale nel tentativo di mettere in atto un folle piano di fuga. Rimasero intrappolati nella stanza invasa dal fuoco e dal fumo. Quando sono giunti i soccorritori per loro ormai non c’era più niente da fare.
di Luigi Todaro

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