Parma, lotta per la casa: dopo via Bengasi non ci fermeremo!

A Parma la lotta per il diritto alla casa non si ferma. L’occupazione di due palazzine in via Bengasi 2 e 4 ha permesso ad alcune famiglie e a più di cinquanta di migranti di avere un tetto sulla testa per circa un anno e mezzo. Ora quell’esperienza è terminata, ma gli ex-occupanti proseguono la lotta per la rivendicazione del diritto ad avere un’abitazione dignitosa.

VIA BENGASI, CRONACA DI UNO SGOMBERO
Era l’ottobre del 2010 quando le palazzine vennero occupate da numerose persone in strada, con l’appoggio della Rete Diritti in Casa. Per un anno e mezzo l’esperienza di autogestione, tra alti e bassi, ha permesso di portare avanti dei percorsi di lotta sul territorio: azioni dirette come la difesa degli inquilini sfrattati -sempre vincenti-, l’occupazione di una palazzina in borgo Poi, presidi e manifestazioni, denuncia pubblica delle condizioni abitative e dello sfruttamento di migranti ed italiani: affitti di cantine e di negozi, pagamenti in nero, minacce dei proprietari fino a vere e proprie aggressioni fisiche. La lotta sta cominciando a saldarsi con quella per il lavoro: proprietari-datori di lavoro che sfruttano le persone due volte. Alle 7 di mattina del 14 marzo uno schieramento ingente di polizia, carabinieri, vigili urbani e digos si presenta ai cancelli delle palazzine per eseguire l’ordine di sgombero. Duecento uomini in antisommossa contro gli abitanti e qualche solidale. Dopo aver ottenuto un incontro in Comune, che ha promesso una soluzione nei dormitori per tutti e in ostello per l’unica famiglia rimasta, l’assemblea ha deciso di non resistere attivamente. Ma le provocazioni ultimamente la Questura di Parma non se le fa mai mancare: così la scusa del distacco del gas da parte degli operai diventa, nell’ottica dei poliziotti, un varco per entrare dalla rete e caricare con scudi e manganelli i presenti. L’azione viene ‘scoperta’ e contrastata. Da quel lato della rete nessuno passerà: gli abitanti si oppongono e le provocazioni dei poliziotti non hanno conseguenze. Un ragazzo sul tetto decide di resistere per quattro ore: è disperato, ha perso i genitori e non ha più nulla. Arriva dalla Tunisia e non sa che fare. Alla fine scende ma riesce a non farsi indentificare. Come si poteva sospettare la promessa non verrà mantenuta. Uno ad uno gli ex-occupanti vengono fatti uscire dai dormitori e la famiglia viene ospitata nell’occupazione di Borgo Poi, nel quartiere Oltretorrente a cui l’Iren ha recentemente staccato il gas.
TENDE IN PIAZZA GARIBALDI, SOTTO AL COMUNE
Mercoledì 28 marzo l’appuntamento è in Piazza Garibaldi. Le persone sgomberate saranno tutte in strada entro un giorno e decidono di mettere le tende in piazza, sotto al Comune di Parma in modo che sia visibile a tutti che tipo di ‘accoglienza’ offre la città di Parma. Famiglie con bambini piccoli lasciate in strada, tantissime persone che non sanno dove andare. Una settantina di persone in piazza, militanti e persone che reclamano il diritto alla casa che non hanno. Una prima tenda simbolica viene montata nel pomeriggio, poi lo scenario cambia. L’incontro con il subcommissario alla sicurezza ottiene le solite promesse: l’assemblea decide all’unanimità di trascorrere la notte in piazza. Gli uomini della digos si agitono: non capiscono, intimano di sciogliere il presidio prima che vengano montate le tende. Minacciano di caricare persone in piedi a discutere in un luogo pubblico. Poi i carabinieri attaccano la prima tenda e la piazza reagisce. Dopo aver resistito alle provocazioni durante lo sgombero di via Bengasi, dopo tante giornate di lotta nella difesa degli inquilini sfrattati la solidarietà si fa reale. Tutti insieme per resistere contro la violenza poliziesca e per il diritto alla casa. Ex-occupanti e militanti della Rete Diritti in Casa più altri compagni/e solidali fanno cordone e respingono polizia, carabinieri e alcuni militari delle pattuglie miste, in servizio di piazza. Tutte le tende vengono montate sotto lo sguardo attonito dei dirigenti della Digos: non si aspettavano una reazione così determinata. Un nuovo incontro, questa volta con il commissario Ciclosi, ottiene una sistemazione provvisoria per tutti. La lotta per il diritto alla casa proseguirà nei prossimi giorni.

Questo report è uscito su Umanità Nova n. 13

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