Delle vicende degli immigrati sfruttati nel cuneese ci siamo gia` occupati piu` volte.
Qui sotto vi proponiamo un aggiornamento pubblicato su Umanita` Nova di questa settimana.
Saluzzo – Mentre alla casa del cimitero tirano a campare tra brandelli di lavoro, attese per il rinnovo del permesso di soggiorno che non arriva e la tentazione di partire per Rosarno, qualcuno prende in mano il proprio destino o, semplicemente, afferra al volo la fortuna di passaggio. I permessi di soggiorno di “Cucciolo” e Momo sono fermi in questura a Cuneo e chissà quando arriveranno, tanto che “Cucciolo” non può prenotare il volo per Bamako e Momo rischia di perdere il biglietto che già ha pagato. Pascal, nonostante formalmente sia libero di andare dove vuole, resterà a Saluzzo, a metà strada tra la disperazione e la sala lettura della biblioteca civica. Mustafà è arrivato a Rosarno vestito di tutto punto da americain, con la tenda e la sua ingenua incoscienza.
Intanto però Marco ieri mi ha portato la sua bicicletta ed è partito per Milano Malpensa dove prenderà un aereo per il Mali, scalo a Lisbona; oggi ho portato Jean Claude (l’ultimo dei verzuolesi) a prendere il pullman per Torino, saluterà la sorella che vive lì con il marito italiano e venerdì partirà per Abidjan, scali a Istanbul e in Ghana, dove potrà incontrare la figlia che non ha mai visto. Ballo e Sylvain sverneranno felicemente nel micro appartamento di Costigliole, un po’ più largo dopo la partenza di Danhule per Roma per racimolare ancora qualche euro e pagarsi il biglietto per l’Africa. Sylvain aspetta il fratello, gloria del reggae burkinabé in visita all’Italia con il figlioletto.
A Villafalletto si è trasferito Mamadou che ha trovato ospitalità presso una famiglia che sembra uscita dall’albero degli zoccoli. L’anziana madre è morta e Mamadou potrà abitare il suo alloggio al piano terra della cascina, così si potrà occupare di mucche e maiali. Quando l’ho accompagnato era la persona più felice del mondo!
Ho visto Nestor passeggiare in C.so Italia: lavora, gioca a calcio e freme dal desiderio di vedere la moglie che arriverà per le vacanze di natale insieme a una delle due figlie; la più piccola non potrà venire perché non ha ottenuto il visto. L’amico di “Cucciolo” che non ricordo mai come si chiama, ha chiesto a Pia il nome di alcune città della Germania perché vuole vedere su internet se là c’è lavoro visto che è lo stato più forte in Europa. Bouaré è a Nizza dove aveva un gancio con qualcuno e aspetta di andare in Algeria a trovare la moglie che è arrivata dal Mali: così si incontrano a metà strada. Davide mi ha invitato a Lagnasco a bere un bicchiere di tavernello (ma è meglio che non mi faccia vedere dalla padrona di casa…). Mi chiedo, con un po’ di tristezza e nostalgia, cosa stanno facendo ora Iossef a Padova, Karim a Macerata, Diallo a Ravenna, Amadou a Torino, Yacouba a
Trento, Shek a Lecco, l’altro Yacouba a Parigi, quelli che sono a Foggia, a Bari, a Napoli, a Rosarno… La Caritas è chiusa, deserta, una bicicletta scassata dimenticata nel cortile; barricata dalle ferree impalcature di un cantiere montato da mesi per un prezioso restauro della facciata. “Peccato spendere tutti questi soldi per un lavoro a regola d’arte e poi metterci dentro tutti quei negri” mi ha detto in perfetto piemontese un operaio. Il maresciallo del comando carabinieri di Saluzzo è sull’orlo di un esaurimento nervoso perché in città ci sono soltanto più bianchi, ricchi e
indifferenti e la noia è mortale; neanche più un antirazzista da avvicinare con fare amichevole per estorcere informazioni su misteriosi complotti internazionali o un africano da comprare con la promessa di una suite all’hotel Griselda per tutto l’anno. Il prode assessore, infreddolita e con il naso rosso come la sua impeccabile giacchetta invernale, continua a sfrecciare per la città in sella alla sua bicicletta mentre il resto della giunta è indaffaratissimo per le primarie del partito democratico, fa costruire rotonde, discute di sensi unici, limiti di velocità e centri commerciali, inaugura strade dedicate a eroi minori della patria. Per fortuna tra poco si accenderanno le luci del santissimo natale e avremo tutti un motivo in più per lamentarci della crisi che ci attanaglia.
Intanto gli antirazzisti continuano orgogliosamente a chiamarsi così e sono tutti un po’ provati ma mai domi, pronti ad andare in letargo con una buona provvista di rabbia, desideri e progetti, in attesa del risveglio primaverile.
lele
Comitato Antirazzista Saluzzo