CIE in Veneto. La frenata di Maroni

Padova, 14 ottobre. A Verona, l’11 giugno Maroni aveva detto che il CIE in Veneto si sarebbe fatto entro l’anno. Quattro mesi dopo, al vertice sulla sicurezza alla prefettura di Padova, fa una rapida retromarcia. “Prima della fine del 2010 sceglieremo il sito in cui sorgerà, ma il Cie nascerà nel 2011”. Maroni inoltre boccia il sito di Zelo nel Polesine, caldeggiato dall’assessore regionale alla sicurezza, Giorgetti.
Per Giorgetti l’ex base nato di Zelo è il luogo perfetto per il CIE, perché fuori dall’abitato ma vicina all’aeroporto “Catullo” di Verona. Un posto lontano dagli occhi e dalle orecchie ma comodo per le deportazioni.
Cosa chiedere di più? Probabilmente il rischio di elezioni anticipate preoccupa Maroni, ma non Giorgetti che dichiara “Si deve andare avanti, magari si perderà qualche voto nel Comune deputato ad ospitare il Cie ma se ne guadagnerà una valanga nel resto del Veneto”.
Maroni è sicuro “di convincere chiunque sull’aspetto positivo di avere un Cie, perché vuol dire avere più polizia, più carabinieri in loco e la sicurezza che gli immigrati clandestini vengono individuati ed quindi espulsi”.
Per fortuna non tutti saltano di gioia all’idea di un nuovo CIE con il suo contorno di poliziotti, carabinieri e militari. E qualcuno si prepara a mettergli i bastoni tra le ruote.

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