Torino. La libertà in gabbia

Lunedì 14 febbraio entra nel vivo il processo contro due anarchici. L’accusa? Diffamazione e minacce nei confronti di Borghezio, europarlamentare della Lega e, per inciso, noto razzista e fascista non pentito.
I fatti? Alla vigilia del 25 aprile del 2009 davanti alla sede della Lega apparve un fantoccio con la faccia di Borghezio appeso a testa in giù, come Mussolini a piazzale Loreto. Manifesti analoghi furono affissi in città. Un gesto simbolico per dire che oggi il fascismo ha il volto della Lega, il volto di uno come Borghezio, uno che disinfetta i vagoni dove viaggiano le ragazze africane, uno che da fuoco ai ricoveri di senzatetto rumeni sotto ad un ponte, uno che incarna oggi la violenza fascista.
I fascisti sono al governo. E chiudono ogni spazio alla contestazione politica e sociale.
È in gioco quel che resta della libertà di dire e di fare. È in gioco sin la possibilità di criticare l’ordine costituito. È in gioco libertà di tutti.
I due compagni sono accusati aver detto e scritto che Borghezio è un fascista ed un razzista. Sono accusati di aver sostenuto, alla vigilia del 25 aprile, che la Lega Nord è il fascismo che torna.
Oggi il fascismo colpisce ogni giorno.
I CIE, centri per immigrati senza carte, sono i lager del nuovo secolo. I migranti, con permesso o in nero, sono i nuovi schiavi di quest’Europa fatta di confini e filo spinato. Gente la cui vita vale poco o nulla.
Ogni giorno qualcuno muore in mare, inghiottito dalle norme che impediscono la libera circolazione.
Campi di concentramento e deportazioni non sono ricordo di un infame passato ma sono nelle nostre città, a pochi metri dai giardini dove giocano i nostri figli.
Ribellarsi è giusto, l’indifferenza è complicità.

Leggi qui della ritirata di Borghezio all’udienza del 14 ottobre. Due giorni prima alcuni antirazzisti avevano ricordato – con uno striscione e alcuni manichini alla fontana del Frejus – le migliaia di immigrati morti in mare, uccisi dalle leggi razziste.
Scarica qui le due locandine diffuse in città.

Aggiornamento al 14 febbbraio. Il processo è stato nuovamente rinviato.
La prossima udienza – per sentire un ultimo testimone della difesa – è fissata il 15 aprile alle 12,30 in aula 82.
Quella successiva – con le arringhe e la sentenza – sarà il 20 maggio alle ore 9 in aula 81.
Di seguito il resoconto dell’udienza.
Lunedì 14 febbraio. Alla terza udienza del processo “Borghezio”, il PM Antonio Rinaudo, in evidente difficoltà, ha chiesto ed ottenuto di presentare altri testimoni. Alla faccia del diritto della difesa di conoscere tutti gli elementi del processo prima e non durante il dibattimento!
I testimoni erano due poliziotti, chiamati sebbene non avessero nulla da aggiungere alle deposizioni degli altri, per condire meglio un’accusa che non regge. Uno dei due si è dato un gran daffare per infilare qua e là che i due compagni erano molto noti, che erano stati inquisiti per altre iniziative politiche.
Rinaudo ha chiamato un imbonitore dalla questura per meglio vendere la sua tesi.
Il secondo testimone, un poliziotto con nozioni di informatica, si è prodotto in un lavoro da vero hacker: ha copiato e incollato il post comparso su indymedia nel quale si dava la notizia del Borghezio appeso in effige di fronte alla sede della Lega in via Poggio!
Ha tuttavia dovuto riconoscere che non era in grado di dire chi avesse pubblicato la notizia.
I due compagni hanno letto una dichiarazione spontanea nella quale hanno ribadito la piena condivisione politica e morale delle iniziative svoltesi in occasione del 25 aprile del 2009.
Ne riportiamo un paio di stralci.
“Noi siamo anarchici. Gli anarchici sono sempre stati in prima fila contro il fascismo.
Oggi il fascismo è tornato. Guerra, razzismo, militari in strada, profughi respinti in mare, campi di concentramento per gli indesiderabili.
La Lega Nord ne è l’emblema.
Siamo accusati di aver appeso un manichino con la faccia di Borghezio davanti alla sede della Lega alla vigilia del 25 aprile.
Un gesto provocatorio per scuotere le coscienze, perché, alla vigilia del giorno in cui si ricorda l’insurrezione contro il fascismo, la memoria della gente di Torino tornasse a quei giorni. Quando nelle strade di Torino i partigiani combattevano per la libertà, la giustizia sociale, la solidarietà.
La Lega Nord promuove continue campagne di odio razzista e xenofobo. Borghezio fa comizi con i neofascisti di Forza Nuova, gli stessi che in questi giorni “festeggiano” in rete la morte di quattro bambini rom, bruciati vivi in una baracca.
Borghezio ha dato fuoco ai ricoveri degli immigrati, ha spruzzato l’insetticida addosso a povere ragazze africane, ha malmenato un bambino marocchino che vendeva accendini.
Nessuno minaccia Borghezio. Borghezio è solo l’icona triste, che meglio svela la ferocia delle politiche della Lega. Politiche che sono ben più che una minaccia per chi vive in questo paese.
Siamo processati solo per aver espresso liberamente le nostre opinioni.
Difendiamo anche in quest’aula la libertà di esprimere le nostre idee.
La libertà di dire, oggi come nell’aprile del 2009, che il fascismo colpisce ogni giorno.
La libertà di ricordare le ragioni di chi combatteva il fascismo, portando in se il sogno di un’umanità senza stati né frontiere, solidale. Le ragioni di chi lottava perché uguaglianza/libertà/solidarietà non fossero solo parole ma il cuore stesso della nostra società. Queste ragioni sono state dimenticate o gettate nel fango.
Oggi siamo in quest’aula per queste idee e non per altro.
Se ci condannate, ci condannate per queste idee e non per altro. 

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