Parma: nuova occupazione abitativa

Il 19 novembre la “Rete diritti in casa” ha occupato un palazzo in Borgo Poi, angolo via Imbriani. All’interno sono entrate sei famiglie, con cinque bimbi e una donna incinta.

Quest’occupazione è solo l’ultima in ordine di tempo, una lotta che va avanti da anni e che vede in città numerose occupazioni a scopo abitativo.

Ascolta l’intervista a Radio Blackout.

Di seguito il comunicato della Rete.

SENZA CASA NON POSSIAMO STARE La crisi colpisce duro e indistintamente. Basta un po’ di sfortuna e di punto in bianco ci si può trovare senza quel minimo di garanzie sociali e di benessere che consentono di passare una vita serena. Se ne stanno accorgendo sempre di più i giovani, cui è negato ogni prospettiva di futuro, i migranti che sono l’anello più debole della catena perché ricattati a tutti i livelli, ma la crisi comincia a colpire duro anche tanti soggetti e famiglie italiane, anche i parmigiani. Gli sfratti sono uno degli indicatori più chiari del fatto che la crisi è profonda: sono principalmente sfratti per morosità di chi non ce la fa più perché il reddito è poco e gli affitti sono esorbitanti, grazie alla fiducia che i nostri governanti hanno riposto nel mercato. Oggi sei famiglie con bambini in tenerissima età sono costrette a riprendersi da sole quello che sia il mercato che il pubblico continuano a negare loro, cioè l’accesso ad un alloggio commisurato al loro reddito. Si tratta di famiglie che hanno subito lo sfratto a causa di difficoltà economiche subentrate in seguito alla perdita del lavoro o perchè l’impiego lavorativo che hanno non consente di sostenere i prezzi astronomici degli affitti.
Dopo lo sfratto è stato loro offerto solo la divisione della famiglia, con la possibilità di dare assistenza solo alle madri con figli minori. Oggi hanno occupato alloggi lasciati da anni vuoti a favore della speculazione. Lo hanno fatto per vivere, perché dopo lo sfratto sono stati costretti a trovare rifugio in auto o in catapecchie o ospiti temporanei da amici o in albergo a proprie spese (2500 euro al mese). La mancata risposta alle naturali esigenze sociali e umane farà sì che sempre più spesso le persone, per un normalissimo istinto di vita si riprendano ciò che spetta loro. Noi saremo al loro fianco Parma è una città troppo spesso ritenuta erroneamente un modello esemplare di welfare: per quel che riguarda le politiche abitative si sono seguiti nel tempo annunci eclatanti di interventi che vengono esaltati come risolutivi dell’ emergenza (Parmabitare, Casadesso, Social House ecc). Niente di meno vero. I 500 sfratti del 2011, quasi tutti per morosità,
cui vanno aggiunte le esecuzioni immobiliari per chi non riesce a pagare il mutuo, dovrebbero far intraprendere provvedimenti d’urgenza come il blocco degli sfratti, requisizione di alloggi sfitti da anni, una tassazione seria sulla grande proprietà immobiliare. Niente di tutto questo. In realtà potrà essere solo la mobilitazione diffusa, radicale e costante ad imporre dei cambiamenti drastici dell’esistente e recuperare il diritto all’abitare oggi negato a troppi.

RETE DIRITTI IN CASA PARMA

Sportello informativo per il diritto all’abitare tutti i martedi dalle 18:30 presso Casa Cantoniera Via Mantova 24 Parma

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