Torino. Bocche cucite al CIE

Torino 19 novembre. Riparte, forte e disperata, la protesta nel CIE di corso Brunelleschi. Nella tarda mattinata un recluso si cuce la bocca per protestare contro il prolungarsi della detenzione: lo mettono subito in isolamento. Non riescono tuttavia a bloccare il diffondersi della protesta. Nel tardo pomeriggio tre immigrati si cuciono le labbra, altri due ingoiano pile.

Questa sera – ore 21,30 – presidio solidale davanti al CIE di corso Brunelleschi
Aggiornamento.
Una cinquantina di antirazzisti ha partecipato al presidio davanti al CIE tra interventi, slogan e i tamburi della Samba Band.  Numerosi blindati di polizia e carabinieri presidiavano il Centro.
Da dentro fanno sapere che un ragazzo si è cucito anche le palpebre.
Tutti sono stati ammanettati e portati in ospedale. Non si trovano tuttavia né al vicino Martini di via Tofane, né al Mauriziano dove, secondo alcune voci, sarebbero stati dirottati.
Da dentro i reclusi urlano a salutano. Poi il silenzio si riprende la notte.

Sabato 20 novembre.
I quattro immigrati con le labbra cucite, tutti tunisini, dopo le medicazioni in ospedale vengono liberati con voglio di via.
In mattinata altri sei prigionieri dell’area gialla si cuciono le labbra. La risposta della polizia non si fa attendere: i sei sono messi in isolamento, le sezioni gialla e viola vengono circondate e parte una perquisizione. L’area gialla viene evacuata e i detenuti sono trasferiti in quella rossa. Proseguono i gesti autolesionisti: un ragazzo beve detersivo, un altro manda giù degli oggetti. A quelli dentro raccontano che la sera prima c’era solo un pugno di solidali: evidente lo scopo di fiaccarne la resistenza.
Nel pomeriggio una dozzina di antirazzisti fa un presidio volante al CIE con slogan e interventi: dall’interno rispondono con grida e battiture.

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