Il giorno della memoria

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. È il giorno delle interviste ai sopravvissuti ai campi di sterminio, delle immagini agghiaccianti al telegiornale, degli appelli accorati delle istituzioni, delle conferenze, dei film a tema alla TV in prima serata. Insomma, è il giorno delle plateali forme di indignazione per quello che fu.
Ma siamo davvero sicuri che quell’orrore appartenga al passato?
Il nostro presente ci urla a gran voce che non è così, lo fa da dietro le sbarre dei Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati clandestini, e ha il volto degli immigrati che, disperati per la loro condizione, proclamano al mondo la loro dignità ed il loro diritto a essere considerati esseri umani.

Questo l’incipit del comunicato del Coordinamento per la Pace di Trapani, da sempre in prima linea nella lotta contro i CIE.
Nelle immagini il vecchio CIE della città, il Serraino Vulpitta, e quello nuovo di Milo, che verrà presto inaugurato.


Ciò che un tempo era chiamato campo di concentramento oggi è chiamato C.I.E. (Centro di Identificazione ed Espulsione). Un tempo vi si rinchiudevano gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone sgradite al sistema. Oggi a subire l’internamento sono gli immigrati marchiati dalla clandestinità perché non hanno avuto la fortuna di nascere in Europa.
È evidente che il paragone ha bisogno delle dovute proporzioni:oggi gli immigrati non vengono ammazzati come si faceva nei lager nazisti. Ma i lager di un tempo e gli odierni lager per immigrati rispondono alla stessa logica repressiva: esclusione dei soggetti considerati “illegali”, privazione della loro libertà, internamento.
Un tempo c’erano le deportazioni, oggi si chiamano respingimenti. Un tempo si utilizzavano i treni, oggi i voli speciali diretti in Libia o le motovedette armate di tutto punto e pronte a far fuoco su chiunque. I vecchi fascismi sterminavano con le camere a gas e con le fucilazioni sommarie; il nuovo fascismo, più subdolo, ma altrettanto colpevole, fa morire migliaia di uomini, donne e bambini di stenti, nel deserto, o annegati nel Canale di Sicilia, stipati su barconi che spesso si trasformano in vere e proprie bare galleggianti. E leggi come la “Bossi-Fini” o il cosiddetto “pacchetto sicurezza” non possono non riportare alla memoria le leggi razziali del 1938.
Anche le spiegazioni che vengono fornite per giustificare tutto questo non sono cambiate: si evocano mille paure per giustificare gli orrori. Ogni “diverso” diventa un criminale o uno stupratore; giornali e telegiornali – sempre più simili ai cinegiornali prodotti dal Ministero della Propaganda di Goebbels o dall’istituto Luce – scaricano sugli immigrati  la responsabilità per tutto ciò che va storto.
In tal modo il sistema, in grado di generare solo diseguaglianza e sfruttamento ed assolutamente incapace di assicurare condizioni di vita dignitose per tutti, scarica sugli ultimi il suo fallimento.
Quello che sta avvenendo in Palestina, ad esempio, è indicativo dell’incapacità di imparare dal passato.
Lo stato di Israele, che dovrebbe sapere meglio degli altri il significato della parola persecuzione, si adopera nella costruzione di un muro ripugnante per separare Gaza dal resto del mondo, ricreando in pieno Medioriente un nuovo ghetto di Varsavia.

Dobbiamo reagire alla barbarie una volta per tutte e far sì che l’odio e la discriminazione appartengano definitivamente al nostro passato.
Vogliamo ricordare l’orrore dei lager nazisti denunciando l’orrore dei moderni lager della democrazia.
Sabato 29 gennaio, a partire dalle ore 16.00, torneremo davanti il Centro d’Identificazione ed Espulsione “Serraino Vulpitta” per portare la nostra solidarietà a chi, oggi, viene privato della libertà solo perché è povero o non ha le carte in regola.
Tutti gli esseri umani sono uguali e solo in un mondo senza frontiere, dove ognuno è libero di autodeterminarsi e di partecipare in egual misura al progresso dell’umanità, è possibile aspirare a un futuro migliore, senza razzismo, senza barriere, senza sfruttati e sfruttatori.

CHIUDIAMO I NUOVI LAGER!
TUTTI LIBERI, TUTTI UGUALI!

Coordinamento per la Pace – Trapani

coordinamentoperlapace@yahoo.it

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