Giovedì 9 dicembre. Hassan e l’altro tunisino rinchiusi al freddo in isolamento continuano lo sciopero della fame nel centro di corso Brunelleschi. Un paio di giorni fa Hassan ha ingoiato dei ferri. Per una settimana i due immigrati non erano stati né visitati né curati. Solo oggi sono stati portati all’ospedale, il “Martini” di via Tofane. Il medico che li ha visti – dopo aver parlato con Hassan – ha protestato con i guardiani. Al ritorno al CIE è stato loro promesso che il riscaldamento verrà riparato. La soluzione più semplice, quella di portarli in un reparto “normale” al caldo non è stata nemmeno presa in considerazione. È la vendetta di poliziotti e crocerossini verso chi si è ribellato. Non è bastata la dura condanna subita per la rivolta di luglio, un po’ di tortura non poteva mancare. Per carità niente di che: una tortura sotf, democratica. Il freddo, l’isolamento, l’indifferenza e, quando ci scappa ci scappa, una buona dose di legnate.
Aggiornamento al 10 dicembre. Hassan, sempre in sciopero della fame e con due bulloni nella pancia, sta male. Lui ed Abil sono ancora al freddo: il riscaldamento non è stato riparato. Chi vuole chiamare il CIE per dire la propria può chiamare questi numeri: 0115588778 – 0115589918 – 0115589815
Aggiornamento all’una di notte. Hassan è sempre più debole, fa fatica a parlare al telefono, la voce è flebile. A più riprese alcuni antirazzisti chiedono di lui all’ingresso: la polizia sostiene che tutto va bene, che lui dorme, che il medico è passato. Difficile non pensare alla notte del 23 maggio 2008, quando nessuno ascoltò le grida di chi chiedeva aiuto per un uomo che stava morendo. Il poliziotto, a sentirselo ricordare, si innervosisce.
Aggiornamento all’11 dicembre. Nono giorno di sciopero della fame. Il telefono di Hassan è spento: altri reclusi riferiscono che in mattinata è stato trasferito in ospedale, ma intorno alle 15 era di nuovo al CIE. In serata è svenuto ed è stato portato in infermeria.
Ore 23,40. Un’ambulanza a sirene spiegate ha portato via Hassan.
Domenica 12 dicembre ore 15,30 presidio solidale in piazza Castello angolo via Garibaldi. Alle 18 il presidio si sposta al CIE di corso Brunelleschi.