CIE. Cosa bolle nella pentola del governo?
Riportiamo in questa pagina in costante aggiornamento le cronache e le riflessioni delle ultime settimane sul fronte del CIE, per cercare di capire cosa stia davvero bollendo nella pentola del governo, dopo la campagna mediatica che ha ri-messo al centro dell'attenzione i centri per senza carte, le leggi razziste del nostro paese, la difficoltà del governo a fare fronte ad una spesa enorme, tra gestione dei centri, espulsioni, ristrutturazioni continue dei CIE danneggiati o distrutti dalle rivolte.
Siamo convinti che il governo intenda liberarsi della patata bollente, facendo sì che tutto cambi, affinché tutto resti come prima.
Proviamo a vedere come, andando oltre i toni intollerabilmente melensi dei media.
Iniziative contro il CIE di Gradisca in maggio e giugno
A pochi chilometri da noi a Gradisca d’Isonzo dal 2006 esiste un CIE (centro di identificazione ed espulsione). In questa prigione sono reclusi in condizioni durissime decine di cittadini non dell’unione europea per il solo motivo di non possedere (o non possedere più) un permesso di soggiorno valido. Divieto di leggere, di comunicare con l’esterno, psicofarmaci, privazioni e soprusi di ogni tipo sono pane quotidiano e provocano tra l’altro continui episodi di autolesionismo. Riteniamo importante far conoscere l’esistenza di questi luoghi e le logiche che li governano, promuovendo iniziative di informazione e denuncia. Invitiamo tutti e tutte a partecipare e a contribuire in modo attivo alle iniziative che si terranno nei prossimi giorni: Trieste, sabato 18 maggio dalle 17 in via delle Torri (dietro la chiesa di s.antonio) Pordenone, sabato 18 maggio dalle 17 in p.tta Cavour Udine, sabato 24 maggio al nuovo spazio sociale in viale Osoppo Le iniziative vogliono anche promuovere la partecipazione al presidio regionale che ci sarà sabato 1 giugno nel pomeriggio di fronte al CIE di Gradisca indetto dal Coordinamento regionale contro i CIE.Sabato 20 aprile – Il CIE tra la movida di Torino
ore 19,30 aperibenefit antirazzisti sotto processo ore 20,30 assemblea sui CIE con testimonianze ore 22 presidio antirazzista itinerante per portare il CIE in mezzo alla città. Appuntamento alle 19,30 in largo Saluzzo "Baldacci ti ricordi di Fatih? Croce Rossa assassina!" Questo striscione è apparso lo scorso mese davanti alla villa di Antonio Baldacci, responsabile del CIE di Torino. Fatih era un immigrato tunisino senza documenti rinchiuso nel CIE di Torino. Nella notte del 23 maggio 2008 stava male. Per tutta la notte i suoi compagni di detenzione chiesero inutilmente aiuto. La mattina dopo Fatih era morto. Non venne eseguita nessuna autopsia. Non sappiamo di cosa sia morto Fatih. Sappiamo però che in una struttura detentiva gestita dalla Croce Rossa nessuno lo ha assistito. Due giorni dopo il colonnello e medico Baldacci dichiarerà "gli immigrati mentono sempre, mentono su ogni cosa". Parole che ricordano quelle degli aguzzini di ogni dove. Il 2 giugno 2008 un gruppo di antirazzisti si recò a casa Baldacci per un "cacerolazo". Si batterono le pentole davanti alla sua casa, si distribuirono volantini, si appesero striscioni. La protesta di persone indignate per una morte senza senso. Oggi quella protesta è entrata nel fascicolo del processo contro 67 antirazzisti, che lottarono e lottano contro le deportazioni, la schiavitù del lavoro migrante, la militarizzazione delle strade. I 67 attivisti coinvolti nel processone sono accusati di fare volantini, manifesti, di lanciare slogan, di dare solidarietà ai reclusi nei CIE, di contrastare la politica securitaria del governo e dell'amministrazione comunale. L’impianto accusatorio della procura si basa su banali iniziative di contestazione. L'occupazione simbolica dell'atrio del Museo egizio - 29 giugno 2008 - per ricordare l'operaio egiziano ucciso dal padrone per avergli chiesto il pagamento del salario; la contestazione - 17 luglio 2008 - dell'assessore all'integrazione degli immigrati Curti, dopo lo sgombero della casa occupata da rom in via Pisa; la giornata - 11 luglio 2008 - contro la proposta di prendere le impronte ai bambini rom di fronte alla sede leghista di largo Saluzzo; la protesta - 20 marzo 2009 - alla lavanderia "La nuova", che lava i panni al CIE di corso Brunelleschi… ma l'elenco è molto più lungo. Decine iniziative messe insieme per costruire un apparato accusatorio capace di portare in galera un po’ di antirazzisti. Nel CIE di Torino negli ultimi due mesi si sono susseguite le lotte e le rivolte. Tutte le sezioni del CIE sono state gravemente danneggiate. In febbraio la polizia ha pestato, gasato gli immigrati in rivolta dopo un fallito tentativo di fuga. Sei sono stati arrestati. Nonostante la repressione le lotte non si sono fermate. Per evitare la deportazione qualcuno si taglia, altri salgono sul tetto. Il CIE è quasi inagibile. In alcune sezioni gli immigrati dormono su materassi gettati in terra. La scorsa settimana tutti i reclusi, ormai solo 47, hanno fatto uno sciopero della fame di due giorni. Per la libertà. Nei CIE le lotte, le fughe, la gente che si taglia per sfuggire all'espulsione da lunghi anni sono pane quotidiano, come quotidiana è la resistenza di chi crede che, nell'Italia dei CIE, delle deportazioni, dei morti in mare, ribellarsi sia un'urgenza che ci riguarda tutti. Per questa ragione non accetteremo che le lotte di quegli anni vengano rinchiuse in un’aula di tribunale: porteremo le nostre ragioni nelle strade di questa città, continueremo a portare il CIE per le strade di Torino. Antirazzisti contro la repressione Ti ricordi di Fatih?Mercoledì 27 febbraio – processo agli antirazzisti
Mercoledì 27 febbraio prima udienza del processo a 67 antirazzisti torinesi
La Procura mette in scena un processo alle lotte.
Si vuole ad ogni costo ottenere condanne per togliere di mezzo compagni e compagne che in questi anni hanno lottato contro le leggi razziste del nostro paese, in solidarietà ai senza carte rinchiusi nei CIE, agli immigrati/schiavi.
I 67 attivisti coinvolti nei due processoni sono accusati di fare volantini, manifesti, di lanciare slogan, di dare solidarietà ai reclusi nei CIE, di contrastare la politica securitaria del governo e dell’amministrazione comunale. In altre parole sono accusati di avere idee scomode, che si traducono in scelte politiche scomode.
Se sperano di spaventarci si sbagliano.
In questi anni le iniziative di opposizione al razzismo, alle politiche securitarie, al militarismo allo sfruttamento si sono moltiplicate sul territorio.
L’urgenza politica e morale di allora è la stessa di oggi.
Ma l’indignazione non basta. Bisogna mettersi di mezzo.
Rompere il silenzio sugli orrori quotidiani dei CIE, opporsi alle deportazioni forzate, agli sgomberi delle baracche, ai militari nelle strade, allo sfruttamento dei più poveri.
Porteremo il loro processo nelle strade di questa città!Sabato 2 marzo – Portiemo il CIE nel salotto della città! – presidio antirazzista
Il 27 febbraio e cominciato il primo di due processi agli antirazzisti che, tra il maggio del 2008 e il maggio del 2009, attraversarono l'esperienza dell'Assemblea Antirazzista Torinese.
La lotta contro i CIE ha segnato alcuni momenti importanti di quell'anno ed è oggi un fronte sempre più caldo di resistenza al razzismo di Stato nella sua concreta, quotidiana, materialità.
La morte di Fathi, un immigrato tunisino lasciato senza cure nell'allora "nuovo" CPT di Torino, fu il banco di prova di una relazione politica ancora embrionale.
La lotta che ne seguì fece da catalizzatore per quelle che seguirono.
Oggi le protesta di fronte alla casa del colonnello e medico Antonio Baldacci, responsabile per la Croce Rossa militare della struttura detentiva di corso Brunelleschi, è entrata nel fascicolo del processo.“Il CIE nel salotto della città”
Il 2 marzo con un presidio itinerante per il centro cittadino porteremo quella storia negata e dimanticata in mezzo alla città.
Appuntamento alle 15 in piazza Castello.
Sabato 23 febbraio punto info solidale con gli antirazzisti sotto processo
Sabato 23 febbraio punto info sul processo a 67 antirazzist*
a Porta Palazzo - sotto i portici all'angolo con corso GiulioRompere il silenzio
Negli ultimi vent’anni il disciplinamento dei lavoratori immigrati è stata ed è tuttora una delle grandi scommesse dei governi e dei padroni, che puntano sulla guerra tra poveri per spezzare il fronte della guerra di classe.
Nel nostro paese è stata costruita una legislazione speciale per gli immigrati, persone che, sebbene vivano in questo paese, devono sottostare a regole che ne limitano fortemente la libertà.
Chi si oppone alle politiche e alle leggi discriminatorie e oppressive nei confronti degli immigrati entra nel mirino della magistratura.
Tre anni fa la Procura giocò la carta dell’associazione a delinquere ed arrestò sei antirazzisti. Il teorema non resse in Cassazione ma la Procura voleva comunque mandare alla sbarra l’Assemblea Antirazzista torinese.
Oggi la Procura mette in scena un processo alle lotte. In due atti.
Il primo atto va in scena il 27 febbraioArance amare – mostra itinerante per i mercati di Torino – 26 gennaio 2013
Le arance, i mandarini, le clementine che fanno mostra di se nei mercati di Torino, sono state raccolte da lavoratori stagionali, che vengono pagati 50 cent alla cassetta di arance, 1 euro per cassetta di mandarini. Ogni cassetta pesa una media di 18/20 chili. In una giornata di lavoro la media arriva a 25 euro. In nero, non tutti i giorni ma solo quelli che il caporale ingaggiato dai padroni decide di sceglierti. Se alzi la testa, se reclami per i ritmi o per la paga, puoi anche andartene, perché nessuno ti chiamerà più.
I media ci raccontano di migrazioni epocali, di emergenze continue per giustificare le condizioni di vita indecenti di questi lavoratori. Per loro non ci sono tende o gabinetti funzionanti quando arrivano nella piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Di affittare una casa non se ne parla nemmeno: a Rosarno o a San Ferdinando una stanza costa come nel centro di Milano o Roma.
In realtà basterebbero pochi soldi per mettere su strutture decenti, basterebbero liste publiche per tagliare fuori i caporali, basterebbe che chi guadagna, e bene, sul lavoro degli stagionali, ci mettesse qualcosa del suo per garantire loro un letto e una doccia. Invece no. Così le tendopoli scoppiano subito, circondate da baracche fatte di lastre di amianto e teli di plastica, così per i bisogni ci sono buche a cielo aperto.
Quella dell'emergenza è una bufala che ci raccontano perché è più facile immaginare una fame tutta africana, che vedere la realtà. La realtà è fatta di operai del nord che hanno perso il lavoro e vengono a fare la raccolta per rimediare un salario, la realtà è fatta di richiedenti asilo che attendono da oltre due anni la risposta che consentirebbe loro di andare via, di cercarsi un lavoro stabile. La guerra in Libia è finita da due anni, ma i profughi di quella guerra vivono ancora in un limbo apolide.
Se vedessimo la realtà vedremmo che la condizione degli africani di Rosarno è ormai la condizione di tanta parte dei lavoratori italiani. L'unica emergenza è quella quotidiana di uno sfruttamento senza limiti, perché per i padroni non conta il colore delle pelle, ma quello dei soldi.
Le arance che mangiamo sono sempre più amare.Sabato 26 gennaio mostra itinerante e volantinaggio nei mercati delle zone popolari di Torino.
Appuntamento alle 9,30 in corso Palermo 46 - per info: 338 6594361Frontiere d’Europa. 30 nuovi centri di detenzione in Grecia
Grecia. Il ministro della protezione civile M. Chrysohoidis, ha annunciato ieri l'apertura di trenta nuovi centri di detenzione per immigrati in collaborazione con il ministero degli esteri.
Il ministro si è incontrato con i governatori di dieci province greche per verificare la loro disponibilità ad ospitare i centri. Ha anche fornito assicurazione che l'Unione Europea si è impegnata a versare 250 milioni di euro per i prossimi tre anni.
Per ciascuno dei centri sarà istituito un apposito presidio di polizia di almeno 150 agenti oltre a 70 guardie private, ogni 250 immigrati detenuti.
Secondo il piano presentato ogni centro sarà diviso in quattro sezioni, in ciascuna delle quali saranno rinchiusi 250 immigrati. Ognuno dei nuovi lager "ospiterà" 1000 senza carte, per un totale di 30.000 prigionieri.
La Grecia si candida così al ruolo di paese cuscinetto tra i paesi più ricchi dell'Unione e le aree di emigrazione. Un avamposto di frontiera, ben pagato per il servizio reso.-
ultime notizie
- Da Trapani a Gradisca. Etica e affari
- Guerra. Mitraglia sul Mare Nostrum
- Ex Moi. Un anno di autogestione
- Svizzera a braccia chiuse
- Grecia. Le frontiere dell’odio
- CIE. Tutto cambia, tutto resta come prima
- QUANDO CHIUDE UN LAGER
- Colpo di spugna al reato. La clandestinità resta
- Immigrazione. Outsoucing della violenza: l’Italia delega alla Libia
- Ancona: continua l’occupazione e l’esperienza della “casa de nialtri”
archivio
- Marzo 2014
- Febbraio 2014
- Gennaio 2014
- Dicembre 2013
- Novembre 2013
- Ottobre 2013
- Settembre 2013
- Agosto 2013
- Luglio 2013
- Giugno 2013
- Maggio 2013
- Aprile 2013
- Marzo 2013
- Febbraio 2013
- Gennaio 2013
- Dicembre 2012
- Novembre 2012
- Ottobre 2012
- Luglio 2012
- Giugno 2012
- Maggio 2012
- Aprile 2012
- Marzo 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Novembre 2011
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Maggio 2011
- Aprile 2011
- Marzo 2011
- Febbraio 2011
- Gennaio 2011
- Dicembre 2010
- Novembre 2010
- Ottobre 2010
- Settembre 2010
- Agosto 2010
- Luglio 2010
argomenti
dove/come/quando/perché
- approfondimenti
- appuntamenti
- appuntamenti aprile 2011
- appuntamenti dicembre 2010
- appuntamenti dicembre 2011
- appuntamenti febbraio 2011
- appuntamenti gennaio 2011
- appuntamenti gennaio 2012
- appuntamenti giugno 2011
- appuntamenti maggio 2011
- appuntamenti marzo 2011
- appuntamenti novembre 2010
- appuntamenti novembre 2011
- appuntamenti ottobre 2010
- appuntamenti ottobre 2011
- appuntamenti settembre 2010
- appuntamenti settembre 2011
- cassetta degli attrezzi
- CIE
- contatti
- Rompere le gabbie aprire le frontiere. L’incontro di Parma su immigrazione, lavoro, CIE
tag
- anarchici
- autolesionismo
- bari
- bologna
- brescia
- caporali
- CARA
- cariche
- chi lucra sui CIE
- CIE
- contestazione
- danneggiamenti
- deportazione
- fuga
- gradisca
- guerra tra poveri
- immigrazione
- italia in guerra
- lampedusa
- lavoro
- lega
- livorno
- milano
- parma
- periferie
- pestaggio
- picchetto
- processo
- rassegna stampa
- razzismo di stato
- reggio emilia
- respingimenti in mare
- rifugiati
- rivolta
- roma
- sanatoria truffa
- sardegna
- sbarchi
- sciopero
- sciopero della fame
- tendopoli
- torino
- trapani
- trieste
- volo
admin
Archivi del mese: Ottobre 2010
Brescia. La polizia carica gli immigrati, in nove salgono su una gru. Un arresto
Sabato 30 ottobre. Il corteo contro la sanatoria truffa era stato vietato con il pretesto che in centro, ma in un’altra zona, c’era un raduno degli alpini. Un migliaio tra immigrati e antirazzisti è partito ugualmente: la celere di Padova ha caricato. Alla fine il bilancio è stato di 10 feriti e un arrestato.
Nove immigrati sono saliti su una gru del cantiere della metropolitana in piazza Battisti: sono indiani, pachistani, senegalesi, marocchini. Staranno là finché sulla questione della sanatoria colf e badanti non sarà aperto un tavolo di trattativa. Chiedono anche la riapertura del presidio permanente davanti alla questura, distrutto dalla polizia. Il vicesindaco di Brescia, il leghista Rolfi, ha approfittato delle cariche per mandare le ruspe a distruggere la baracca degli immigrati che, resistono con determinazione dal 28 settembre. Continua a leggere
CIE di Torino. Sale la tensione
Mercoledì 27 ottobre. Metà dei settanta algerini, trasferiti dalla Sardegna con un volo speciale, dopo la rivolta che ha reso inagibile il CPA di Elmas, sono rinchiusi in corso Brunelleschi.
Tenuti isolati dagli altri prigionieri temono un’espulsione imminente. Il 20 ottobre il console algerino è andato al CIE per i “riconoscimenti” di rito. In genere questo è il segnale di una prossima deportazione.
Il 26 ottobre scoppia una protesta: gli immigrati fanno a pezzi quello che capita. Alla fine tre di loro vengono arrestati e tradotti al carcere delle Vallette. Continua a leggere
Trapani. Musica per un lager
Trapani, mercoledì 20 ottobre. L’Ensamble Ricciotti tiene un concerto nel cortile dell’Istituto “Serraino Vulpitta”. Il “Vulpitta”, oltre che casa per anziani, è anche prigione per immigrati, un CIE.
Il 25 ottobre il Coordinamento per la pace invia ai musicisti una lettera aperta, che narra la cruda realtà dei CIE e ricorda la tragica storia di quello trapanese.
Continua a leggere
Torino. Arrestati due rifugiati
Torino mercoledì 20 ottobre, stazione di Porta Nuova. Quattro ragazzi vengono fermati dalla polizia al binario dove uno di loro sta per partire. Hanno fretta, chiedono agli agenti della Polfer di rinunciare alla perquisizione dei bagagli, perché il treno è in partenza. Niente da fare. Anzi. I poliziotti trascinano in guardiola i quattro. Due finiscono alle Vallette con l’accusa di lesioni e resistenza, gli altri hanno in tasca una denuncia per resistenza.
Il conto non vi torna?
Dimenticavamo un particolare senza apparente importanza. I quattro ragazzi sono etiopi. I documenti in regola, il biglietto pagato, lo status di rifugiati non sono bastati. Sono neri e tanto basta. Continua a leggere
Gradisca: 1,6 milioni di euro per il CIE
Ne parlano da tempo ma ora sembra che inizino davvero. Stiamo parlando dei lavori di ristrutturazione e “messa in sicurezza” del Cie di Gradisca. Come tutti sanno le continue fughe e rivolte (tanto da farlo ribattezzare “il colabrodo”) hanno notevolmente danneggiato la struttura nonchè ridotto la capienza. Ma pur di tamponare una situazione ingestibile hanno trovato i soldi e fatto il bando. Un bel po’ di soldi pubblici ancora una volta sottratti ai servizi sociali per alimentare la macchina infernale dei CIE. Continua a leggere
Milano. Sciopero, picchetti, resistenza operaia alla Billa
Milano, lunedì 18 ottobre. Siamo a Villamaggiore, dove ci sono i magazzini della Billa – ex Standa, in appalto alla cooperativa C.L.O. (Cooperativa Lavoratori Ortomercato). La C.L.O. ha oltre 2000 dipendenti e gestisce una buona fetta dell’ortomercato milanese di via Lombroso.
I lavoratori – in buona parte immigrati – sono in sciopero.
Il picchetto si forma davanti ai cancelli del polo logistico intorno alle cinque e mezza del mattino. Continua a leggere
Torino. Due processi in un giorno
Le lotte degli immigrati nei CIE finiscono spesso in tribunale. Il 18 ottobre è entrato nel vivo il processo contro sei immigrati per la rivolta di luglio al CIE di corso Brunelleschi.
Lo stesso giorno è toccato ad altri due prigionieri del CIE, arrestati dopo la protesta del 17 agosto.
Di seguito una breve cronaca.
Continua a leggere
Brescia. “Se permesso non sarà, resteremo sempre qua”
Brescia, 14 ottobre. Oltre 500 immigrati hanno manifestato davanti al Municipio in piazza della Loggia per rispondere alle avvisaglie di sgombero del presidio permanente di via Lupi di Toscana. Il vicesindaco leghista Rolfi ha più volte insultato e minacciato gli immigrati in lotta contro la sanatoria truffa.
Continua a leggere
CIE in Veneto. La frenata di Maroni
Padova, 14 ottobre. A Verona, l’11 giugno Maroni aveva detto che il CIE in Veneto si sarebbe fatto entro l’anno. Quattro mesi dopo, al vertice sulla sicurezza alla prefettura di Padova, fa una rapida retromarcia. “Prima della fine del 2010 sceglieremo il sito in cui sorgerà, ma il Cie nascerà nel 2011”. Maroni inoltre boccia il sito di Zelo nel Polesine, caldeggiato dall’assessore regionale alla sicurezza, Giorgetti.
Continua a leggere
Un volo speciale per i ribelli di Elmas
Mercoledì 13 ottobre. Li hanno portati via con un volo speciale: da Cagliari a Torino e da lì a Milano. I ribelli del cpa di Elmas, ormai inagibile dopo la rivolta dell’11 ottobre, sono stati caricati su un aereo che ha fatto scalo a Torino alle 16,40. Ed è poi ripartito alla volta di Milano alle 17,20. Continua a leggere
Torino. Striscione “Lega assassina” sul monumento al Frejus e manichini nella fontana
Martedì 12 ottobre. “15.566 morti in mare. Lega assassina” questo lo striscione appeso nella notte sul monumento del “Frejus” in piazza Statuto.
Nella fontana sono stati gettati numerosi manichini bianchi, anonimi e senza volto come i tanti migranti che annegano in mare. Continua a leggere
Torino. “Lega=fascismo”: anarchici alla sbarra
In occasione della seconda udienza del processo che vede alla sbarra due anarchici torinesi, accusati di aver minacciato e diffamato l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, per aver detto e scritto che Borghezio è un fascista e un razzista sono stati affissi in città i manifesti “Lega=fascismo” e “La libertà in gabbia”. Scarica qui il manifesto e qui il volantino.
L’appuntamento per tutti gli antirazzisti è giovedì 14 ottobre ore 11,30 in tribunale – corso Vittorio Emanuele 130 – aula 82 – ingresso 22 – primo piano.
Continua a leggere
Tra scontri, evasioni e digiuni 29 polveriere pronte a esplodere
Scontri, evasioni, scioperi della fame, incendi. I centri per immigrati sono polveriere pronte a esplodere. Nel 2010 le rivolte hanno attraversato il Paese: da Gorizia a Brindisi, da Milano a Cagliari. Come già l’anno scorso, con sommosse estese da Torino … Continua a leggere
Elmas. Devastato il CPA, occupato l’aeroporto
Lunedì 11 ottobre. Lo dicevamo da tempo. Il Centro di prima accoglienza di Elmas è una polveriera destinata ad esplodere. Il primo ottobre era andata in fumo una camerata, il 5 ottobre, un intero piano era stato danneggiato. Lunedì nel primo pomeriggio gli immigrati si sono impadroniti della palazzina. Alcuni hanno tentato la fuga, altri hanno invaso la pista dell’aeroporto civile di Elmas, dove è scoppiato il caos. Per ore è stata caccia all’uomo. Alla fine il bottino della polizia è stato di 11 immigrati, tutti arrestati e condotti in carcere. Gli altri non sono rimasti con le mani in mano: hanno fatto a pezzi tutto quello che potevano. Quando gli agenti dell’antisommossa sono riusciti ad espugnare l’ex caserma l’interno era un cumulo di macerie. Continua a leggere
Trieste. Antirazzisti contro i respingimenti in mare
A Trieste si svolge ogni anno la kermesse della Barcolana, gara velica che per tre giorni vede la città invasa da decine di migliaia di persone. Quest’anno gli attivisti del Comitato primo marzo hanno voluto ricordare a tutti/e che il mare non è solo un luogo di svago ma anche di morte. Sia venerdì che domenica si sono svolte due iniziative pubbliche per denunciare la strage dei migranti nei mari che ogni giorno avviene nel mediterraneo. Continua a leggere
L’Italia è in guerra. Un appello da Livorno
Ogni anno a Livorno la Brigata Paracadutisti Folgore assieme alle autorità civili celebra l’anniversario della battaglia di El Alamein. Quest’anno la celebrazione si svolgerà il 23 ottobre. Un’assemblea di organizzazioni politiche e sindacali ha promosso per quel giorno un corteo cittadino.
Gli anarchici toscani hanno lanciato un appello alla partecipazione. Continua a leggere
Torino. Un pomeriggio al fronte
Torino, mercoledì 6 ottobre. Sul fronte della guerra tra poveri, nel cuore di Barriera di Milano.
Ci siamo piazzati in un microgiardinetto in corso Vercelli, a due passi dall’incrocio dove veleggiano i rondisti. Striscione con “Fuori i razzisti dal quartiere. Casa per tutti!”, un altro con “no ronde”.
In zona da qualche tempo hanno fatto la loro comparsa le ronde contro lo spaccio e per la sicurezza, sostenute da leghisti e fascisti. Continua a leggere
Cie di Gradisca: una bomba pronta a esplodere
Che la situazione all’interno del CIE di Gradisca sia esplosiva lo si sa da tempo. Sono stati i reclusi stessi a farlo sapere a tutti, anche a chi non voleva sentire, con continue rivolte, proteste e fughe. Rivolte che hanno ridotto significativamente la capienza della struttura come viene confermato anche in questi giorni dai giornali locali. E anche se pare che a breve partiranno i tanto annunciati lavori di “messa in sicurezza”, sappiamo bene che la voglia di libertà sarà più forte di qualsiasi barriera. Con buona pace degli sbirri di ogni risma. Leggi la rassegna stampa di oggi. Continua a leggere
Torino. Chi gestisce la mensa della scuola?
A Torino le mense delle scuole delle circoscrizioni 1 e 6 le gestisce la Camst, la stessa ditta che fornisce i pasti nel CIE di corso Brunelleschi.
In questi giorni davanti alle scuole elementari della sesta circoscrizione hanno fatto la loro comparsa gli antirazzisti, che distribuiscono alle mamme, ai papà, ai nonni dei bambini il volantino “Chi gestisce la mensa della scuola?”. Qui il pdf da scaricare. Continua a leggere