Archivi autore: anarres

Tiri sassi alla polizia? È legittima difesa!

Ci pare importante riportare il seguente articolo tratto da Anarres. La sentenza di assoluzione di tre immigrati accusati di resistenza e lesioni per aver dato vita ad una rivolta nel CIE di S. Anna ad Isola di Capo Rizzuto ha … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E. | Commenti disabilitati su Tiri sassi alla polizia? È legittima difesa!

Capodanno di rivolta ed evasione nei CIE

Gli ultimi giorni dell’anno sono stati particolarmente animati in vari CIE sparsi per la penisola. Durante la notte di natale una rivolta è scattata nel cie di Modena, con materassi gettati nel cortile. A capodanno invece una tentata fuga con … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, rassegna stampa | Commenti disabilitati su Capodanno di rivolta ed evasione nei CIE

Tredici anni dopo la strage del Vulpitta: non dimentichiamo!

Come ogni anno gli antirazzisti e gli anarchici trapanesi sono tornati in piazza per ricordare la strage del Vulpitta e contro tutti i CIE. Manifestazione svoltasi pochi giorni prima dell’ennesimo tragico naufragio di immigrati davanti alle nostre coste. Quella che … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, trapani | Commenti disabilitati su Tredici anni dopo la strage del Vulpitta: non dimentichiamo!

Il lavoro uccide. La strage dei migranti

Tratto da Anarres. A Torino, nell’anniversario della strage della Thyssen si torna a parlare di lavoro. Di lavoro che uccide, di padroni che lucrano, delle vite operaie che non valgono il costo di un estintore. La strage dell’acciaieria torinese divenne … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, lavoro, testimonianze | Commenti disabilitati su Il lavoro uccide. La strage dei migranti

In questo inizio inverno…

Delle vicende degli immigrati sfruttati nel cuneese ci siamo gia` occupati piu` volte. Qui sotto vi proponiamo un aggiornamento pubblicato su Umanita` Nova di questa settimana. Saluzzo – Mentre alla casa del cimitero tirano a campare tra brandelli di lavoro, … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, testimonianze | Commenti disabilitati su In questo inizio inverno…

Cie di Gradisca: “E’ peggio di un carcere”

cie gradisca camere penali Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, gradisca | Commenti disabilitati su Cie di Gradisca: “E’ peggio di un carcere”

Piacenza.Cariche all’IKEA

La mappa della logistica in Emilia-Romagna e Lombardia? È una mappa dello sfruttamento e della violenza. La violenza dei caporali, la violenza dello stato. La violenza di Ikea. Quella di azienda “friendly” è solo una patina. Ma la lotta dei … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, piacenza | Commenti disabilitati su Piacenza.Cariche all’IKEA

Chiuso il CIE di Lamezia Terme

Riguardo alla recente chiusura del lager di Lamezia Terme riportiamo questo articolo apparso sull’ultimo numero di Umanità Nova. Chiudiamoli tutti Il CIE di Lamezia è stato chiuso Il CIE di Lamezia Terme è stato chiuso! Questa notizia, passata quasi sotto … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., rassegna stampa | Commenti disabilitati su Chiuso il CIE di Lamezia Terme

Saluzzo. I forzati della raccolta della frutta

Saluzzo e i paesi intorno vivono di un’agricoltura florida, basata sulla frutta, dalle pesche ai kiwi. Ormai da qualche anno, all’inizio dell’estate arrivano in zona molti immigrati africani, per partecipare alla roulette alla raccolta. Si tratta di lavoratori quasi sempre … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, lavoro, testimonianze | Commenti disabilitati su Saluzzo. I forzati della raccolta della frutta

Trieste: centinaia di detenzioni illegali di immigrati

Della tragica e criminale morte di Alina Bonar Diachuk ne abbiamo già parlato. Il caso però non è chiuso e fra gli indigati ora vi è anche il vice-responsabile dell’ufficio immigrazione della questura, con gli stessi capi di imputazione del … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, rassegna stampa, trieste | Commenti disabilitati su Trieste: centinaia di detenzioni illegali di immigrati

Aggiornamenti dal CIE di Gradisca

Mentre è di pochi giorni fa la notizia che la connecting people si è aggiudicata in modo definitivo l’appalto per le gestione del lager (con il respigimento del ricorso della francese Gespa), periodicamente sui media locali spuntano fuori le magagne … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, gradisca | Commenti disabilitati su Aggiornamenti dal CIE di Gradisca

Cie di Gradisca: sciopero della fame

Sarebbero stati 48 i reclusi che dal 18 giugno e fino a pochi giorni fa hanno portato avanti -nel silenzio totale dei media- uno sciopero della fame per protestare contro le invivibili condizioni di detenzione. Da pochi giorni lo sciopero … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, gradisca | Commenti disabilitati su Cie di Gradisca: sciopero della fame

Moderni Schiavisti

E’ di qualche giorno fa la notizia che un gruppo di immigrati nell’alessandrino ha trovato la forza di ribellarsi al sistema di sfruttamento bestiale a cui vengono sottoposti da anni nelle campagne della zona. A questo proposito pubblichiamo la testimonianza … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, lavoro, rassegna stampa | Commenti disabilitati su Moderni Schiavisti

Bravi Ragazzi per un pogrom. Alle radici del razzismo contro i rom

Riprendiamo, dal sito di Radio Blackout, questo articolo sulle radici profonde del razzismo contro i rom

Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato due ultras juventini accusandoli per il pogrom che lo scorso dicembre mandò in fumo le miserabili baracche dove vivevano i rom nel quartiere Le Vallette di Torino.
I due arrestati sono del gruppo “Bravi Ragazzi”, una delle poche formazioni ultas juventine di sinistra.

Ricordiamo i fatti.
L’attacco incendiario che il 17 dicembre ha mandato in fumo il campo rom della Continassa a Torino è l’emblema del disprezzo diffuso verso stranieri e immigrati poveri che si allarga ogni giorno di più. Spesso a farne le spese sono i rom.
Siamo alle Vallette. Un quartiere popolare, di quelli dove campare la vita non è mai stato facile. Da un lato il carcere, la discarica sociale dove tanti nati qui finiscono con trascorrere pezzi di vita; dall’altra parte c’è il nuovo stadio della Juve, dove le tensioni sociali si stemperano tra tifo e ginnastica ultrà.
In questo quartiere si è consumato un pogrom.
Una ragazzina racconta un bugia, uno stupro mai avvenuto, punta il dito su due rom, i rom che vivono in baracche fatiscenti tra le rovine della cascina della Continassa.
In questa bugia è il nocciolo di un male profondo. Una famiglia ossessionata dalla verginità della figlia sedicenne, al punto di sottoporla a continue visite ginecologiche, incarna un retaggio patriarcale che stritola la vita di una ragazza. Lei, per timore dei suoi, indica nel rom, brutto, sporco, puzzolente, con una cicatrice sul viso l’inevitabile colpevole.
In pochi giorni nel quartiere cominciano a girare i soliti volantini anonimi dei “cittadini indignati”. Da anni in città i comitati più o meno spontanei animati da fascisti, postfascisti e leghisti, soffiano sul fuoco, promovendo marce per la legalità, contro lo spaccio, contro gli zingari. Tutte manifestazioni dalla cui trama sottile emerge la xenofobia, la voglia di forca .
La segretaria dei Democratici torinesi, Brangantini, ha preso le distanze dal corteo indetto per “ripulire” la Continassa, ma quella sera sfilava in prima fila. Con lei c’era tanta “brava gente” accecata dall’odio razzista.
All’arrivo dei vigili del fuoco la folla inferocita li ha fermati a lungo. Ci hanno impiegato tutta la notte a spegnere le fiamme che hanno distrutto il campo.

Quando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e povero la tua vita diventa sempre più difficile.
L’estendersi del razzismo e della xenofobia allarga una frattura sociale sulla quale si incardina il consenso verso leggi che annullano anche nella forma l’assunto liberale dell’eguaglianza.
I media fanno la loro parte nel creare un clima di emergenza permanente, accendendo i riflettori sugli immigrati, cui cuciono addosso lo stereotipo del criminale.
I fascisti sguazzano in questo pantano, consolidando la propria presenza attiva, specie in certe zone del paese, ma sarebbe miope non vedere che il male, nella sua terrificante banalità, è ben più profondo. Investe a fondo il sentire comune di interi quartieri, anche tra la gente di “sinistra”, come i Bravi Ragazzi della Continassa.
Da anni i pogrom incendiano l’Italia. Bruciano le baracche e corrodono la coscienza civile. Qualcuno agisce, troppi plaudono silenti e rancorosi, certi che saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi.

Radio Blackout ne ha discusso con Paolo Finzi della redazione di A, curatore del DVD e libretto “A forza di essere vento” dedicato allo sterminio nazista di rom e sinti.

Continua a leggere

Pubblicato in rom, torino | Contrassegnato , , , , | Commenti disabilitati su Bravi Ragazzi per un pogrom. Alle radici del razzismo contro i rom

Torino: rinvio a giudizio per gli antirazzisti

Mercoledì 27 giugno. Il giudice dell’udienza preliminare ha pronunciato le sentenza contro 40 antirazzisti torinesi. Rinvio a giudizio per tutti. Respinte quasi tutte le richieste dei difensori che avevano argomentato come buona parte delle imputazioni volute dal PM e dal … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, torino | Commenti disabilitati su Torino: rinvio a giudizio per gli antirazzisti

Basiano. Lavoratori o schiavi?

Riguardo ai gravi fatti successi alcuni giorni fa a Basiano pubblichiamo questo articolo tratto da Anarres. Basiano, nei pressi di Milano, c’è un magazzino dove vengono lavorate le merci per il supermercato il Gigante. In questo magazzino, gestito dalla Gartico, … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, milano | Commenti disabilitati su Basiano. Lavoratori o schiavi?

Trieste: la normalità dell’abuso.

Della tragica vicenda di Alina Bonar Diachuk, ucraina di 32 anni suicidatasi nel commissariato di Opicina (TS) durante un fermo illegale ci siamo già occupati. Dopo qualche settimana è necessario fare un aggiornamento. Dopo che il caso è esploso sui … Continua a leggere

Pubblicato in cronache, rassegna stampa, trieste | Commenti disabilitati su Trieste: la normalità dell’abuso.

Trapani. Fuga di massa dal CIE

Tra sabato 26 e lunedi 28 maggio ben centodieci immigrati sono scappati dal Centro di Identificazione ed Espulsione di contrada Milo alla periferia di Trapani. La fuga di massa era stata tentata da circa duecento persone. Successivamente, nella notte tra martedi e mercoledi, altri quindici ragazzi sono riusciti a riprendersi la libertà su un totale di circa cinquanta detenuti che ci avevano provato. Tutti gli episodi hanno avuto le caratteristiche della rivolta, con drammatiche colluttazioni tra immigrati e personale di polizia. Il CIE di Milo, con la sua capienza massima di 204 posti, si è dunque opportunamente spopolato. Proprio alla fine di maggio, una delegazione di giornalisti vi ha fatto ingresso nell’ambito della campagna “LasciateCIEntrare”. Dopo tanti anni, il mondo dell’informazione “ufficiale” ha preso a cuore la tematica dei centri di internamento per immigrati allo scopo di rendere queste strutture accessibili e “trasparenti”. Pur non essendo più in vigore la direttiva dell’ex ministro dell’Interno Maroni che aveva vietato l’ingresso dei giornalisti nei Centri, la possibilità di accesso ai lager italiani è sempre molto discrezionale a seconda della prefettura di riferimento. A Trapani, la visita guidata al Centro di Milo non ha svelato niente che non si sapesse già: gli episodi di autolesionismo sono frequentissimi (una media di almeno quindici al mese) e i tentativi di fuga sono praticamente all’ordine del giorno. Gli immigrati intervistati hanno sfogato tutta la loro rabbia e frustrazione per una detenzione ingiusta e disumana, naturale prodotto di una legislazione che mortifica i diritti e la libertà delle persone. Tutte cose che gli antirazzisti, a Trapani come ovunque, hanno sempre denunciato sin dalla prima comparsa di queste strutture. Dispiace che alcuni giornalisti se ne siano accorti solo adesso ma, come si dice, meglio tardi che mai. Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, trapani | Commenti disabilitati su Trapani. Fuga di massa dal CIE

Cie di Gradisca di nuovo in rivolta

Circa un mese fa eravamo tornati a parlare del CIE “modello” della cittadina isontina in occasione della fine dei lavori di ristrutturazione durati ben oltre un anno. Per tutto questo tempo nel lager gradiscano ben poco è successo all’interno per … Continua a leggere

Pubblicato in C.I.E., cronache, gradisca | Commenti disabilitati su Cie di Gradisca di nuovo in rivolta

La questura di Trieste tra “Ufficio Epurazione” e suicidio “assistito”

Alina ha 32 anni quando muore nel commissariato di polizia di Opicina a Trieste.
Tre giorni prima era stata prelevata da una volante della questura all’uscita dal carcere, dove aveva trascorso gli ultimi nove mesi, per una condanna per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Alina non era una passeur prezzolata ma una persona solidale con altri immigrati come lei.
Alina non era in stato di fermo né di arresto: è stata quindi detenuta illegalmente.
Decide di uccidersi. La sua agonia durerà 40 minuti sotto gli occhi delle telecamere della questura, ma l’agente di guardia non trova un minuto per dare un’occhiata. Un suicidio “assistito”.
L’inchiesta per la morte di Alina scoperchia un vaso di pandora, che dimostra che le detenzioni illegali sono una pratica diffusa nella questura triestina.
I migranti sono sistematicamente sequestrati in previsione della loro espulsione.
Carlo Baffi, dirigente dell’ufficio immigrazione della Questura di Trieste, è attualmente indagato per sequestro di persona e omicidio colposo.
Forse non è un caso se nella perquisizione disposta dal Pm, nell’ufficio e nella abitazione di Carlo Baffi, vengono trovati e sequestrati libri nazisti e fascisti, libri di difesa della razza e “come riconoscere il giudeo”, poster del duce e simboli nazifascisti.
Baffi aveva messo nel suo ufficio, sotto gli occhi di tutti i suoi colleghi, la targhetta “Ufficio Epurazione” con l’effige di Mussolini.
Oltre ad Alina Bonar Diachuk altre 49 persone sono sequestrate allo stesso modo, i fascicoli sono stati sequestrati nell’ufficio di Baffi e adesso si stanno facendo le ricostruzioni necessarie.
Oltre duecento persone hanno partecipato al presidio sotto la Questura di Trieste svoltosi mercoledì 16 maggio.
Ascolta l’intervento a Radio Blackout di un compagno di Trieste, Federico, che ha messo in rilievo come la pressione sulle istituzioni possa ridurre la violenza e gli abusi sistematici della polizia nei confronti dei migranti, ma, senza l’eliminazione di frontiere e leggi razziste, difficilmente ci sarà una reale inversione di tendenza.

Continua a leggere

Pubblicato in trieste | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su La questura di Trieste tra “Ufficio Epurazione” e suicidio “assistito”